Un telefono per due atti

La Voix humaine di Poulenc e Telephone di Menotti in scena a Bolzano

Recensione
classica
Teatro Comunale di Bolzano Bolzano
Francis Poulenc
23 Marzo 2010
È il telefono il protagonista de La Voix Humaine di Poulenc e dell’opera Telephon di Menotti, andate in scena al Teatro Comunale di Bolzano per la chiusura della stagione operistica. L’apparecchio nero occupa la scena dall’inizio alla fine della rappresentazione: in Poulenc è l’unico ed ultimo tramite di comunicazione tra la donna (Cristina Zavalloni) e l’uomo (inesistente) nello straziante dolore di una relazione finita, per Menotti è il solo ma decisamente ingombrante impedimento nella comunicazione tra l’uomo (Mattia Nicolini) e la donna (Blerta Zhegu) all’inizio della loro vita di coppia. Piace l’idea registica di Sandro Pasqualetto, che non presenta un dittico scontato bensì un’unica opera in due atti separati da un intermezzo, allargando così i significati ed il senso della tragedia lirica francese e del divertissement italo-americano. La stanza è quella di un albergo dove il continuo ed anonimo passaggio di camerieri, portieri ed ospiti gioca a favore del contrasto con la solitudine interiore della donna di Poulenc, ben interpretata da una Zavalloni straziata dal dolore ed in continuo tormento, nei gesti come nelle espressioni. La voce di Doris Day, la brava ragazza americana per antonomasia, che canta appunto “like a good girl should” in “A Guy is a Guy”, accompagna il riordino della camera d’hotel, preparando l’arrivo della nuova protagonista femminile, trasformata dalla “giovane donna elegante” consumata dal dolore a quella allegra e frivola di Menotti. Ci saremmo aspettati di più dall’Orchestra Accademica Claudio Monteverdi, diretta da Emir Saul, che inoltre nelle poche occasioni di forte ha coperto entrambe le protagoniste. O forse ci saremmo aspettati semplicemente la partecipazione di un’orchestra con più esperienza.

Interpreti: Francis Poulenc, La voix humaine: Cristina Zavalloni Gian Carlo Menotti, Telephone: Blerta Zhegu, Lucy - Mattia Nicolini, Ben.

Regia: Sandro Pasqualetto

Scene: Cristina Alaimo

Costumi: Cristina Alaimo

Orchestra: Orchestra Accademica Claudio Monteverdi

Direttore: Emir Saul

Luci: Claudio Schmid

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione