Un nuovo debutto per Maazel

Lorin Maazel è stato l'applaudito protagonista del "Fidelio" di Beethoven presentato al Carlo Felice in un nuovo allestimento con la regia di Georges Lavaudant e le scene di Gianni Quaranta. Fra i protagonisti in evidenza Gabriele Maria Ronge, una eccellente Leonore.

Recensione
classica
Teatro Carlo Felice Genova
Beethoven
20 Aprile 2004
Grandi feste, ieri sera al Carlo Felice per Lorin Maazel al suo debutto operistico genovese. Il direttore, che sta lavorando alla sua opera "1984" da Orwell (il debutto è previsto per il maggio 2005 al Covent Garden), ha offerto una rigorosa lettura del "Fidelio". Come è noto Beethoven trasse l'opera (nella forma del Singspiel) da un testo di Bouilly, a sua volta desunto da un fatto realmente accaduto in Francia nel periodo del Terrore. Ma, andando al di là del semplice racconto (già utilizzato da altri musicisti, ad esempio, Mayr e Paer) ha costruito uno straordinario inno alla libertà e alla dignità umana. Gesto chiaro, una scansione quasi metronometrica, Maazel ha ottenuto un felice equilibrio fra slanci lirici e accenti drammatici, ha assicurato respiro al canto e strutturato intelligentemente il tessuto sinfonico creando un perfetto accordo fra strumentale e voci. Una interpretazione, insomma, tecnicamente perfetta anche se forse non eccessivamente palpitante ed emozionante. Bene orchestra e coro (diretto da Norbert Balatsch, collaboratore di Maazel per anni a Vienna). Eccellente il cast che ha avuto in Gabriele Maria Ronge una Leonore-Fidelio dalla voce splendida per potenza e duttilità. Grande voce ha mostrato anche Stuart Skelton, Florestano, applaudito dopo la terribile aria di inizio del secondo atto. Elegante il Rocco di Matthias Holle. Da citare anche Paul Charles Clarke, Christopher Robertson, Anat Efraty, Francesco Meli e Dejan Vatchkov. Il regista Georges Lavaudant ha sostituito il regista inizialmente previsto, Lluis Pasqual e la sua lettura, pur nuova, ha probabilmente risentito della impostazione originaria del collega. Lavaudant ha sfruttato comunque con efficacia lo spazio scenico di Gianni Quaranta: una struttura metallica sul davanti a delineare la prigione, una gradinata circolare come corpo centrale e sul fondo tre schermi su cui erano proiettate varie immagini.

Interpreti: Cristopher Robertson, David Pittman Jennings, Suart Skelton, Gabriele Maria Ronge. Matthias Holle, Anat Efraty, Paul Charles Clarke, Francesco Meli, Dejan Vatchkov

Regia: Georges Lavaudant

Scene: Gianni Quaranta

Costumi: Jean Pierre Vergier

Orchestra: Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova

Direttore: Lorin Maazel

Coro: Coro del Teatro Carlo Felice di Genova

Maestro Coro: Norbert Balatsch

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