Tra sogni, incubi e ragnatele

All'Opéra de Lyon "Il giro di vite"

Recensione
classica
Opéra de Lyon Lione
Benjamin Britten
11 Aprile 2014
Il look total black dell’Opéra de Lyon è uno sfondo ideale per Il giro di vite, storia gotica e ambigua che Britten e la sua librettista Myfanwy Piper trassero da una delle novelle più enigmatiche di Henry James. La regia di Valentina Carrasco coglie con acume i tanti sottotesti dell’opera, facendo rimbalzare i personaggi tra il piano terra della loro vita quotidiana, il sottomondo infestato di presenze (con un giardino onirico inquietante che sprofonda in palude), e la dimensione aerea in cui cose e persone vengono sospese e imbozzolate nella ragnatela delle loro paure, passioni, ossessioni. È una lettura che offre alcuni momenti di grande efficacia teatrale, come la prima comparsa di Miss Jessel alle spalle della piccola Flora o il duetto dei fantasmi intrappolati a mezz’aria, dondolanti ma incapaci di muoversi indipendentemente l’uno dall’altro. In altri punti la resa è meno smagliante: all’arrivo dell’Istitutrice a Bly manca la qualità ansiogena che il movimento ripetitivo delle ruote della carrozza suggerisce in musica (una specie di arcolaio di Gretchen in salsa vittoriana), e alla prima apparizione di Quint è difficile associare quel thrill di delizioso terrore che dovrebbe sopraffare la ragazza che lo scorge da lontano senza riconoscerlo. Si potrebbe forse rimproverare alla regista di aver voluto rendere concettuale una vicenda che, se lasciata respirare, diventa spaventosa senza che se ne capisca bene il perché. Ma nel complesso lo spettacolo funziona e il pubblico rimane affascinato: l’attenzione in sala è palpabile (non più di tre-quattro colpi di tosse) e un’ovazione finale accoglie i cantanti, tutti adeguati anche se non memorabili (Giselle Allen è però una Miss Jessel assai convincente). Ottima l’orchestra diretta da Kazushi Ono.

Interpreti: Andrew Tortise, Heather Newhouse

Regia: Valentina Carrasco

Scene: Carles Berga

Costumi: Nidia Tusal

Orchestra: Orchestre de l'Opéra de Lyon

Direttore: Kazushi Ono

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo