Riscoprire Korngold

"Das Wunder der Heliane" a Gand

Recensione
classica
Opera Vlaanderen Gand
Korngold
23 Settembre 2017
A novant'anni esatti dalla prima assoluta di Amburgo, è tornata in scena, prima a Gand e nei prossimi giorni anche ad Anversa, la raramente rappresentata "Das Wunder der Heliane" con un allestimento scarno e cupo che mette in risalto la potenza della parola cantata e la ricchezza della musica di Korngold che fluisce incalzante, con incessanti fiorituri di sottolineature emozionali che il direttore Alexander Joel ha saputo assai ben far rendere all’orchestra. Si è tanto scritto di Korngold tardoromantico e compositore di colonne sonore ad Hollywood, coltissimo e pluripremiato, ma pur sempre al servizio dell’immagine e dell’azione e privo di un discorso musicale proprio. Nella versione di David Bösch di "Das Wunder der Heliane" il visivo è invece proprio ridotto al minino e molto misero, una spoglia terra di sopravvissuti, dove i personaggi, intepretati tutti da ottimi artisti, incarnano le contrapposte posizioni interiori del binomio morte-amore, dalla rabbia al possesso, dalla pietà alla positività. Quest’ultime rappresentate dallo straniero prigioniero, un magnifico Ian Storey, voce tenorile piena e vibrante che fa amare immediatamente il ruolo, e da Heliane, una Ausrine Stundyte molto applaudita nel finale ma meno convincente nella parte perché troppo giocata sul piano dell’introversione e non irradiante quella luminosità che il miracolo dell’amore esigerebbe. Anche il personaggio del Dominatore, il basso-baritono Tómas Tómasson, manca un po’ di sfumatura. Se, in conclusione, i primi due atti richiedono per la verità uno sforzo di attenzione ed alcuni elementi, quali le voci bianche, producono un effetto attesa di qualcosa che sembra in ritardo nell’arrivare, infine il cerchio ben si chiude nel terzo atto grazie anche all’ingresso in scena di un assai efficace coro.

Note: Nuova produzione Opera Vlaanderen Drammaturgia: Barbora Horáková Joly

Interpreti: Heliane (Ausrine Stundyte), The Ruler (Tómas Tómasson), The Stranger (Ian Storey), The Messenger (Natascha Petrinsky), The Doorman (Markus Suihkonen), The Blind Judge (Denzil Delaere), The Young Man (Dejan Toshev), Erster Richter (William Helliwell), Zweiter Richter (Mark Gough) Dritter Richter (Onno Pels) Vierter Richter (Erik Dello) Fünfter Richter (Thierry Vallier) Sechster Richter (Thomas Mürk) Seraphische Stimme (Chia-Fen Wu Nam Hee Kim).

Regia: David Bösch

Scene: Christof Hetzer

Costumi: Christof Hetzer

Orchestra: Symfonisch Orkest Opera Vlaanderen

Direttore: Alexander Joel

Coro: Koor e Kinderkoor Opera Vlaanderen

Maestro Coro: Jan Schweiger

Luci: Michael Bauer

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Piace l’allestimento di McVicar, ottimo il mezzosoprano Lea Desandre

classica

A Bologna l’opera di Verdi in un nuovo allestimento di Jacopo Gassman, al debutto nella regia lirica, con la direzione di Daniel Oren

classica

Napoli: il tenore da Cavalli a Provenzale