Oltre il velo

Lucia Ronchetti rilegge l'incontro tra Ravel e il pianista Paul Wittgenstein

Recensione
classica
MITO Settembre Musica Torino
17 Settembre 2013
Un Ravel avanti negli anni, minato nel fisico ma soprattutto nella psiche dallo spaventoso incidente che segnò lo scatenarsi finale della sua malattia. Il raffinato e tenace Paul Wittgenstein, pianista menomato della più spaventosa menomazione che possa affliggere un pianista: la perdita del braccio destro. Una storia per epigrammi del loro incontro, aspro e difficile, e dell’opera sensazionale che ne scaturì, il "Concerto per la mano sinistra". Questo il nucleo generativo del nuovo "action concert piece" di Lucia Ronchetti. Teso e breve (venticinque minuti appena), "Ravel Unravel" è affidato alle doti musicali e teatrali del violoncellista Francesco Dillon e del pianista Emanuele Torquati, chiamati a dar voce strumentale, ma anche a interpretare fisicamente sulla scena, i due protagonisti. La musica che si sviluppa intorno alle parole del poeta contemporaneo Eugene Ostashevsky (scritte per questo progetto) è densa eppure trasparente, fatta di echi del "Concerto" ma epigrammatica a sua volta, come se racchiudesse in sé tanto il testo quanto il commento al testo. È musica e insieme tentativo di trascendere la musica, traccia sonora compressa in una serie di piccole molle pronte a scattare, a penetrare il grande mistero dell’arte che scaturisce dalla mancanza, dalla perdita, dal vuoto. Da vedere e sentire assolutamente, non appena verrà riproposta al di fuori del Festival Mito che l’ha messa in programma ieri al Conservatorio (insieme a "Vocalise" di Rachmaninov e alla "Sonata in la minore" di Grieg, che si riascoltano sempre volentieri).

Interpreti: Francesco Dillon, violoncello Emanuele Torquati, pianoforte

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