Meyerbeer... una novità per Roma

Damrau e Pappano a Santa Cecilia

Recensione
classica
Accademia di Santa Cecilia Roma
06 Ottobre 2014
All'inizio del concerto Antonio Pappano ha preso il microfono per esprimere la preoccupazione sua e dell'orchestra e del coro di S. Cecilia per quanto sta accadendo all'Opera in questi giorni, auspicando che si trovi "una soluzione dignitosa per i musicisti e per la continuazione della grande Opera di Roma": parole accolte con un uragano di applausi dai musicisti sul palco e dai duemila spettatori in sala, che non accennavano a finire, se Pappano non avesse ripreso la parola per comunicare che Diana Damrau era leggermente raffreddata. Gelo in sala, perché il grosso del pubblico era lì per lei più che per Meyerbeer. Diamo quindi anche noi la precedenza alla cantante tedesca, che all'inizio sembrava effettivamente in condizioni non ottimali: si limitava ad accennare l'acuto e la vertiginosa discesa al grave, che Meyerbeer piazza a freddo nelle prime battute dell'aria di Palmide nel Crociato in Egitto, e risparmiava anche sul volume, tanto che l'orchestra spesso la copriva. Ma già alla fine di questa lunga aria si era molto rinfrancata. E gli applausi le facevano passare gli ultimi timori. Robert, toi que j'aime da Robert le Diable non le poneva problemi di agilità né di tessitura e le dava agio di affascinare con la luminosa bellezza del timbro, la padronanza dei fiati, il controllo del legato: forse il momento migliore del concerto. Ma gli ascoltatori volevano soprattutto acrobazie vocali e sono letteralmente impazziti per Ombre lègère: perfetta come un usignolo meccanico. E poi è stato un crescendo d'entusiasmo per due arie dagli Huguenots - una di Marguerite e una del paggio Urbain - non solo virtuosistiche, ma anche seducenti, brillanti, ammiccanti. La Damrau e Pappano - che ha diretto da par suo anche ouvertures di Rossini, Berlioz e Wagner - hanno dunque stravinto, chi invece non ne è uscito troppo bene è stato Meyerbeer. Ora non è più di moda attribuirgli gli effetti senza causa di cui parlava Wagner, l'invidioso, ma la sua musica dà spesso la sensazione di un meccanismo artificioso, abilmente costruito ma privo di naturalezza e d'ispirazione, un prodotto perfetto per l'Opéra di Parigi del tempo, che Verdi definiva "la grande boutique".

Note: streaming live e on demand su telecomitalia.com/pappanoinweb

Interpreti: Diana Damrau. Sara Fiorentini, Antonella Capurso, Bruna Tredicine

Orchestra: dell'accademia Nazionale di Santa Cecilia

Direttore: Antonio Pappano

Coro: dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Maestro Coro: Ciro Visco

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