Mardocheo rinasce a Roma
La riscoperta di un compositore dimenticato, il catanese Giuseppe Geremia
Recensione
classica
Dopo tre weekend musicali svoltisi a Catania, Noto e Siracusa, il Festival del Val di Noto è approdato per il concerto conclusivo a Roma, portandovi L'esaltazione di Mardocheo di Giuseppe Geremia. Era la prima esecuzione in epoca moderna per quest'oratorio del 1776 e probabilmente anche per il suo autore, nato a Catania lo stesso anno di Haydn, formatosi a Napoli e poi tornato in patria, dove dominò a lungo la vita musicale, spegnendosi ultraottuagenario nel 1814. La struttura di quest'oratorio è quella tipica del Settecento: recitativi per lo più secchi, intervallati da arie col da capo e da un solo duetto, con un coro a suggellare il tutto. In più la "licenza" finale. Geremia si rivela un compositore nient'affatto secondario e provinciale, orgoglioso della sua formazione napoletana e ben consapevole del proprio valore, che vuole dimostrare con "numeri" ampi ed elaborati e con un'orchestrazione ricca e colorata. Ma l'originalità non è tra le sue qualità principali: le arie sono belle - alcune molto belle - ma tendono ad assomigliarsi tutte, un po' per i tempi sempre velocissimi, un po' per l'invenzione melodica non particolarmente fervida, il colmo per un "napoletano"!
I primi interpreti di quest'oratorio dovevano essere di grande livello, considerando il virtuosismo delle parti vocali e l'impegnativa scrittura orchestrale, ed erano ottimi anche quelli attuali. Maria Chiara Chizzoni è stata superlativa nel ruolo di Mardocheo, Paola Cigna ha dato voce limpida e agilealla sua sposa Amaltea, il contraltista Antonio Giovannini e il tenore Anicio Zorzi Giustiniani hanno esibito agilità perfettamente controllate e timbro morbido e omogeneo, come non si sente facilmente dagli uomini in questo tipo di repertorio. Brava anche Arianna Miceli nella licenza. La direzione di Flavio Colusso - che svolge un'attività infaticabile e preziosa per la riscoperta della musica barocca a Roma - era viva, energica, attenta e precisa, ottenendo un'ottima risposta dal suo Ensemble Seicentonovecento.
Note: Revisione del manoscritto curata da Salvatore Maugeri e Flavio Colusso
Interpreti: Maria Chiara Chizzoni, soprano; Paola Cigna, soprano; Antonio Giovannini, contraltista; Anicio Zorzi Giustiniani, tenore; Arianna Miceli, soprano
Orchestra: Ensemble Seicentonovecento
Direttore: Flavio Colusso
Coro: Ensemble Seicentonovecento
Maestro Coro: Walter Testolin
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse
classica
Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival
classica
Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo