L’ombra sublime di Aida

"Aida” in leggera trasparenza d'ombre

Recensione
classica
Casa del Teatro Ragazzi e Giovani Torino
14 Dicembre 2008
Negli stessi giorni in cui si programmavano in città i cortometraggi del festival Sottodiciotto, nella accogliente Casa del Teatro Ragazzi e Giovani abbiamo visto la “Aida” della compagnia Controluce Teatro d’Ombre. Nei due casi, abbiamo pensato che il cinema di animazione e il teatro di figura vengono per convenzione e organizzazione ospitati in rassegne “per ragazzi e per bambini”, ma in realtà spesso sono raffinatezze e linguaggi e varianti di tradizioni che con i bambini non c’entrano. La “Aida” ideata e diretta da Cora De Maria, Alberto Jona e Jenaro Meléndrez Chas filtra vari linguaggi: la danza di due corpi seminudi, le ombre balinesi, le luci ambigue imprecise fantastiche della preistoria della proiezione tecnologica, e su una colonna sonora discografica che condensa l’opera di Verdi in 80 minuti scioglie una fluida serie di suggestivi eventi visivi. Il dramma che non si vede teatralmente si sente nelle voci totalmente possedute dalle emozioni dei cantanti, ma in scena c’è una distillata pace di profili, di contemplazioni, di visioni. Per chi sa l’Aida, un modo di meditare sui suoi sfumati profili delicati. Per chi nulla sa dell’opera, come i bambini, scorre l’enigma del sublime, la sensazione che esiste qualcosa di strano e bello da provare un giorno, quando potranno comprendere l’ombra delle loro anime, «ombra come doppio, ombra come desiderio, ombra come ricordo», dice Controluce.

Interpreti: Cora De Maria, Alberto Jona, Jenaro Meléndrez Chas, Paola Bianchi, Raphael Bianco, Enrica Brizzi, Rosa Mogliasso

Regia: Cora De Maria, Alberto Jona, Jenaro Meléndrez Chas

Scene: Elisabetta Ajani

Coreografo: Paola Bianchi, Raphael Bianco, Enrica Brizzi

Luci: Bruno Pochettino

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Piace l’allestimento di McVicar, ottimo il mezzosoprano Lea Desandre