L'ironia del Naso

Bolzano chiude la stagione lirica con l'opera di Šostakovič

Recensione
classica
Teatro Sociale Trento
22 Aprile 2016
Si è conclusa in bellezza la stagione lirica organizzata dalla Fondazione Haydn nei due capoluoghi del Trentino Alto Adige. L'ultimo titolo allestito al Teatro Sociale di Trento è stato Il Naso di Šostakovič per la regia di Matthias Oldag. Una regia interessante, ricca di idee e di organicità presentata con una messa in scena solida ed avvincente nei ritmi drammaturgici, sostenuta dalla bella ricerca di Frank Fellmann per le scene ed i costumi. Un bel lavoro di squadra, dunque, che si completava con la precisa direzione musicale di Walter Kobèra. Una serata che ci riportava con la memoria alle stagioni firmate da Schweigkofler, di cui si sente la mancanza dal 2013. L'ironia del trambusto creato da questo impertinente naso, che si crede un consigliere di Stato all'Istruzione e se ne va in giro lasciando il povero Kovalëv (interpretato con bravura da Marco Di Sapia) in un mare di problemi da risolvere, è finemente raccontata dalla musica di Šostakovič, sempre così essenziale nell'uso degli strumenti, soprattutto gli adorati trombe e violoncelli, utilizzati quasi come delle taglienti luci di scena. La stessa ironia attraversa tutte le scene, da quella più sarcastica nella redazione del giornale a quella più malinconica nella disperazione del protagonista, talmente afflitto e disilluso per la disavventura che gli è capitata da ballare come un vecchio clown, completo di tutù rosa e naso posticcio. Il palcoscenico era quasi sempre occupato da un'enorme griglia scura che prendeva forme diverse a seconda dei quadri: ora giaciglio rassicurante, ora graticola incombente, colonna della Cattedrale oppure ordinata postazione giornalistica. Una mutevolezza improbabile di simboli e significati che ben descriveva le molteplici interpretazioni della novella di Gogol, sempre in bilico tra una storia divertente ed una verità allarmante. Buona prova dell'Orchestra Haydn e anche quella del Wiener Kammerchor, anche se non sempre allo stesso livello in tutti gli interventi. .

Note: Coproduzione Neue Oper Wien con CAFe Budapest Festival, Müpa Budapest, Fondazione Haydn

Interpreti: Platon Kuz’mič Kovalëv (Assessore di collegio): Marco Di Sapia; Ivàn Jakovlevič (barbiere), Ivàn Ivanovič (viaggiatore): Igor Bakan; Il commissario di polizia: Pablo Cameselle; Ivàn (servo), altri ruoli: Lorin Wey; Il Naso, Jarižkin: Alexander Kaimbacher; Pelagia Podtočina: Tamara Gallo; Figlia di Podtočina: Ethel Merhaut; Praskov’ja Osipovna (moglie del barbiere), commessa: Megan Kahts; Il funzionario della redazione, il dottore: Georg Klimbacher; Mendicante, cocchiere: Francis Tójar.

Regia: Matthias Oldag

Scene: Frank Fellmann

Costumi: Frank Fellmann

Orchestra: Orchestra Haydn di Bolzano e Trento

Direttore: Walter Kobéra

Coro: Wiener Kammerchor

Maestro Coro: Michael Grohotolsky

Luci: Norbert Chmel

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione

classica

Al Theater Basel L’incoronazione di Poppea di Monteverdi e il Requiem di Mozart in versione scenica