L'emozione delle Carmelitane

Successo a Bruxelles per l'opera di Poulenc con la regia di Olivier Py

Dialogues des Carmélites
Dialogues des Carmélites
Recensione
classica
La Monnaie, Bruxelles
Dialogues des Carmélites
08 Dicembre 2017 - 23 Dicembre 2017

Di grande intensità emozionale, sostenuti da un’esecuzione orchestrale serrata al punto giusto e un cast ben scelto, i Dialogues des Carmélites, versione francese, di Francis Poulenc chiudono il cartellone operistico della Monnaie con un allestimento tanto epurato quanto penetrante e coinvolgente. La messa in scena di Olivier Py, realizzata nel 2013 per il Théâtre des Champs Elysées e premiata a suo tempo con il Grand Prix du Syndicat de la critique, conferma a Bruxelles tutta la sua forza sublimata dalla direzione d’Alain Altinoglu tutta giocata in finezza e contribuendo in modo significativo a non far perdere la tensione malgrado i tanti cambi di quadri. Tra i momenti più toccanti, in particolare la  morte di Madame de Croissy, la priora del convento, interpretata dal mezzosoprano francese d’origine siciliana Sylvie Brunet-Grupposo, e il gran finale con le suore che, una ad una, cantando il Salve Regina, preferiscono salire sul patibolo che rinnegare i loro voti. Così come farà anche Blanche per ultima, interpretata in modo assai credibile e commovente da Anne-Catherine Gillet (in alternanza con Patricia Petibon) che infine vince tutte le sue paure e decide di unirsi serenamente al martirio scelto dalle sorelle. Una scena conclusiva di tale drammaticità che un applauso lungo e sentito ne è immancabilmente l’indispensabile corollario liberatore. Quest’ultimo anche visivamente uno dei quadri più belli creati da Pierre-André Weitz, insieme a quello del letto di morte di Madame de Croissy proposto efficacemente in verticale tanto da sembrare anch’esso una forma di crocefissione. Meno coinvincenti, perché praticamente annullati tutti i decori tranne uno scintillante lampadario, invece i quadri ambientati nella ricca casa di Blanche quando qualche elemento in più aiuterebbe l’effetto contrasto con il rigore del convento.   I costumi firmati dallo stesso Weitz sono invece tutti assolutamente perfetti nelle loro linee essenziali quanto efficaci. Tra gli altri interpreti, una menzione merita la toccante Costance di Hendrickje Van Kerckhove; si fa notare per il bel timbro e canto appassionato il giovane tenore Stanislas De Barbeyrac nei panni del Chevalier de la Force, al suo debutto alla Monnaie; il coro infine che ha ben contribuito alla precisione e densità con cui si offerto il lavoro di Poulenc.

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