La prima volta della Zauberflöte alle Muse

Ancona: molta danza nella regia di Luca Silvestrini

Die Zauberflöte (Foto Giorgio Pergolini)
Die Zauberflöte (Foto Giorgio Pergolini)
Recensione
classica
Ancona, Teatro delle Muse “Franco Corelli”
Die Zauberflöte
29 Settembre 2023 - 01 Ottobre 2023

Opera di apertura della stagione lirica del Teatro delle Muse “Franco Corelli” di Ancona è un  nuovo allestimento di Die Zauberflöte  di Mozart, mai rappresentato su questo palcoscenico, che segna il debutto nella regia lirica  di Luca Silvestrini, coreografo di origini marchigiane ma attivo a Londra, dove ha  co-fondato Protein Dance.  

Un allestimento dove la cifra della danza è felicemente presente: i danzatori diventano protagonisti della scena soprattutto durante le arie, dove si scongiura la staticità convogliando l’attenzione dello spettatore sul movimento coreutico, sempre ben integrato con l’azione e mai percepito come un “in più”: i danzatori  vestono lunghe ali di uccello nelle arie di Papageno, creano con plasticità l’albero da cui vuole impiccarsi; interpretano con delicatezza i sentimenti espressi dai protagonisti nelle arie patetiche e sentimentali e inscenano il proliferare dei piccoli Papageni vagheggiati nel famosissimo duetto.

Molta invenzione coreografica dunque a sottolineare la dimensione fiabesca e fantastica dell’opera e  a movimentare le scene lineari e  dalle monocromie neutre di Lucio Diana, animate da pochi ed essenziali elementi scenografici e dai  costumi fantasiosi e colorati di Stefania Cempini. Un allestimento  molto piacevole, leggero ed elegante, mai statico e scevro di  ridondanze e superfetazioni che fanno male al libretto e alla musica. Uniche simbologie appena accennate e del tutto giustificate quelle che rimandavano alla impronta massonica dell’opera.

Sul piano vocale si è apprezzato un buon cast, in gran parte composto da giovani voci, tra cui spiccavano Maria Laura Iacobellis, ottima interprete di Pamina, Abramo Rosalen in un possente Sarastro, Levent Bakirci in un simpatico e spigliato Papageno  e Brigitta Simon in una cristallina  Astrifiammante. Antonio Garès in Tamino è parso a suo agio nelle parti recitate e nel registro vocale medio basso, meno nel registro acuto, in cui si notavano a volte delle difficoltà.

Molto bene  anche il resto del cast, composto da giovani artisti,  diversi  dei quali provenienti dall’Accademia d’Arte Lirica di Osimo: Alessandro Ravasio e Alessandro Fiocchetti, rispettivamente primo e secondo sacerdote; Khatia Jikidze, Sarah Hakobyan, Nutsa Zakaidze nelle tre dame; Carmine Riccio in Monostatos, Jennifer Turri in Papagena. Deliziosi anche i tre fanciulli (Sofia Cippitelli, Caterina Piergiacomi e Giovanni Tartufoli) dell’Associazione Corale Pueri Cantores “Zamberletti” e ben preparato (da Riccardo Serenelli)  il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”.

La direzione musicale era affidata a Giuseppe Montesano, alla guida dell’Orchestra Sinfonica “G. Rossini”: direzione precisa e attenta e tempi forse un po’ troppo sostenuti, che hanno reso più sfuggenti le curvature espressive e di fraseggio.

Lo spettacolo  è stato  molto  apprezzato dal pubblico, composto anche da studenti che hanno applaudito gli artisti con grande calore ed entusiasmo.

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