Irrefrenabile Juan Diego

Trionfale concertone bolognese di Flórez, con Mariotti accompagnatore d'eccezione.

Recensione
classica
Filarmonica Teatro Comunale di Bologna
04 Dicembre 2016
Il sodalizio artistico fra il tenore Juan Diego Flórez e il direttore Michele Mariotti si perpetua in eventi di sempre altissimo interesse. Per limitarsi all’anno in corso, è stata da più parti definita storica “La donna del lago” pesarese della scorsa estate, mentre “Les Huguenots” del mese passato si imponevano come la proposta più succulenta della stagione. Trasferitisi ora a Bologna, fra una prova e l’altra dell’imminente “Werther”, i due hanno regalato ai loro fans accorsi da ogni dove un grande concerto con orchestra dal programma spavaldo e generosissimo, che si dipanava cronologicamente fra Mozart e Leoncavallo. L’entusiasmo è andato crescendo progressivamente, e non a caso: i geometrici vocalizzi mozartiani meno si adattano all’indole del nostro cantante che non il virtuosismo rossiniano, più libero ed espressivo. Ma gli esiti maggiori sono venuti dalle pagine ottocentesche: la cavatina meyerbeeriana che ha giovato delle uniche mezze voci di tutta la serata, le due arie verdiane affrontate con meravigliosa baldanza, e soprattutto – inaspettatamente – tre solari canzoni di Leoncavallo che hanno mostrato le splendide potenzialità di un Flórez 2.0 dirottato verso un repertorio “fin de siècle” più lirico: la naturalezza della linea vocale, la simpatia del timbro, la perfezione della dizione hanno giocato a favore dell'eccellenza interpretativa. Anche la Filarmonica del Teatro Comunale, solo parzialmente coincidente con l’orchestra stabile del teatro bolognese, si è dimostrata più a suo agio nelle nuances di “Cavalleria rusticana” che nel rigore ritmico del “Flauto magico”. Mariotti, dal suo canto, non si è limitato ad accompagnare, ma ha disseminato le partiture dei preziosi indugi e sottolineature con cui solitamente arricchisce musiche stranote. L’esaltazione generale ha raggiunto l’apice, fra il pubblico, durante i bis, quando Flórez ha imbracciato la chitarra e appollaiato su uno sgabello, fra una facezia e un’arguzia, ha cominciato a cantare celebri canzoni ispano-americane, coronate dall’immancabile “Granada” con l’orchestra al completo, conquistata anch’essa dalla grande comunicativa dell’artista.

Note: Manzoni Factory - Auditorium Manzoni, stagione 2016/17. Programma: W. A. MOZART, "Die Zauberlföte", Ouverture; "Così fan tutte", Un'aura amorosa; "Don Giovanni", Il mio tesoro intanto; "Idomeneo", Fuor del mar ho un mare in seno. P. MASCAGNI, "Cavalleria rusticana", Intermezzo. G. ROSSINI, "Semiramide", Sinfonia; "Ricciardo e Zoraide", S'ella m'è ognor fedele; "Semiramide", Ah dov'è, dov'è il cimento. R. LEONCAVALLO, Aprile; Vieni, amor mio; Mattinata. G. MEYERBEER, "Les Huguenots", Plus blanche que la blanche hermine. G. VERDI, "Luisa Miller", Sinfonia; "I Lombardi alla Prima Crociata", La mia letizia infondere; "La traviata", De' miei bollenti spiriti.

Interpreti: Juan Diego Flórez, tenore

Orchestra: Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna

Direttore: Michele Mariotti

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