Il suono dell’amicizia del festival di Potsdam 2023

Il racconto della 33a edizione del Potsdam Sanssouci Festival dedicato al suggestivo tema “In Freundschaft”

Les Épopées (foto Fabian Schellhorn - Musikfestspiele Potsdam Sanssouci)
Les Épopées (foto Fabian Schellhorn - Musikfestspiele Potsdam Sanssouci)
Recensione
classica
Potsdam
Festival Potsdam Sanssouci 2023
09 Giugno 2023 - 25 Giugno 2023

L’amicizia che sconfina nell’amore e l’amore che diviene amicizia, è questo forse il nucleo più profondo del suggestivo tema “In Freundschaft” al quale dal 9 al 25 giugno è stata dedicata la 33a edizione del festival di Potsdam, affrontato da numerose prospettive nel quadro della dimensione storica del luogo in cui si sono svolti i suoi concerti, intorno e all’interno del Parco Sanssouci con i maestosi palazzi fatti costruire dal ‘re filosofo’ Federico II amante della musica e delle arti come i suoi antenati.

Ascolta le 7 puntate del nostro Podcast

Giornaledellamusica · It's never too late for Early music | Musikfestspiele Potsdam Sanssouci

A far risuonare alcune pagine dei musicisti della sua corte ci ha pensato, tra gli altri, la Akademie für Alte Musik Berlin con un lungo concerto privo di emozioni o di sorprese, che invece sono arrivate da altre proposte che hanno lasciato un segno più profondo, a volte anche nell’intimità e nel raccoglimento cameristico.

L’intenso programma prevedeva spesso due o persino tre concerti in contemporanea e dunque è impossibile rendere conto di tutto quello che è accaduto in un contesto così speciale – in particolare nel grande Parco, ma più in generale anche in altri luoghi di Potsdam – caratterizzato dalla presenza di una ricca vegetazione e di maestosi alberi, veri e propri capolavori della natura, e di numerosi specchi d’acqua, oltre che dei  monumentali palazzi la cui architettura sembra un riassunto di diverse epoche della storia dell’arte.

David et Jonathas (foto Stefan Gloede - Musikfestspiele Potsdam Sanssouci)
David et Jonathas (foto Stefan Gloede - Musikfestspiele Potsdam Sanssouci)

Quale migliore simbolo dell’amicizia che rasenta l’amore della tragedia biblica in un prologo e cinque atti David et Jonathas di Charpentier interpretata dal Coro e Orchestra dell’Ensemble Marguerite Louise, nella quale sembrano fondersi  tragédie lyrique e oratorio, con la forte drammaticità dell’ultimo atto nel quale si percepiva l’ombra di Carissimi. Nella neogotica Erlöserkirche i tableaux vivants  delle ultime scene hanno creato un pathos che alla fine è stato ricambiato da infiniti applausi, riservati non solo ai due protagonisti principali David Tricou (David) e Caroline Arnaud (Jonathas) e agli altri interpreti ma a tutta la compagnia, compresi danzatrici e danzatori del Ballet de l’Opéra Royal du Château de Versailles.

L’amore spirituale, o meglio l’amicizia, è stata anche la fonte di ispirazione del concerto di La Reverdie che nella Inselkirche Hermannswerder ha intonato mottetti del XII e XIII secolo selezionati per le loro risonanze testuali e punti di contatto con il trattato De spirituali amicitia di Aelredo di Rievaulx, creando un clima particolarmente suggestivo, frutto della lunga esperienza e conoscenza della musica medievale.

L’amicizia artistica e imprenditoriale fra due musicisti attivi a Londra, Johann Christian Bach e Carl Friederick Abel, è stata brillantemente  rievocata dall’ensemble Il Suonar Parlante, rivelando aspetti meno noti ma molto interessanti della produzione di quest’ultimo che ha avuto una influenza molto importante sulla cultura musicale del suo tempo. Il concerto nella Friedenskirche Sanssouci si è concluso con la ‘Sinfonia op.6/VI in sol bemolle’ di J.C. Bach, affascinante per la sua dimensione impetuosa, con il suo andante dal tono drammatico quasi teatrale e la conclusione a  sorpresa del movimento finale.

Un simbolo amicale delle affinità elettive tra poesia e musica e del piacere della condivisione della creazione artistica è stato elegantemente presentato nella Palmensaal  nel cuore del Neuer Garten, il parco creato dal successore di Federico II, con una selezione di lieder di Schubert intonati con notevole capacità interpretativa da  Daniel Johannse, accompagnato da Florian Birsak e Ursina Maria Braun.

Forse il clima delle schubertiadi non aveva a suo tempo paragoni, ma certamente il concerto di Dorothee Oberlinger e Nils Mönkemeyer tenuto nell’Orangerieschloss Sanssouci è stato un piccolo gioiello per la sua qualità e originalità. Solo musicisti di grande talento possono permettersi di giocare con gli stili musicali di diverse epoche, dal Medioevo al XXI secolo con tanta disinvoltura e intelligenza musicale attraverso una interessante stilizzazione. I diversi flauti utilizzati anche all’interno della stessa composizione da Oberlinger cantavano, e la viola di Mönkemeyer sembrava parlare, con momenti di particolare intensità nella esecuzione delle musiche di Konstantia Gourzi, e delle commoventi due fantasie per viola sola di Nicola Matteis, così moderne nella loro profondità.

Dorothee Oberlinger e Nils Mönkemeyer (foto Stefan Gloede - Musikfestspiele Potsdam Sanssouci)
Dorothee Oberlinger e Nils Mönkemeyer (foto Stefan Gloede - Musikfestspiele Potsdam Sanssouci)

Nella preziosa ed elegante cornice della Ovidgalerie nelle Neue Kammern, altro palazzo all’interno del grande Parco di Sanssouci, si è svolto il concerto di Jean Rondeau dedicato a tra autori: Chambonnières, Louis Couperin e d’Anglebert.

L’idea dell’amicizia attorno al clavicembalo ha preso corpo in una atmosfera intima e di grande concentrazione grazie alla ricchezza del suono corposo di uno strumento di recente costruzione ispirato a un modello storico nel quale è stratificata l’arte di tre diversi cembalari: Couchet, Blanchet e Taskin. Rondeau talmente assorto da sembrare quasi dimenticare la presenza del pubblico, ha disegnato una poetica del suono ricca di sfumature, dalla estrema delicatezza fino a grande intensità, con la maestria della scansione dei tempi e della metrica musicale e un fraseggio curatissimo fin nei minimi dettagli creando la sensazione di una musica fuori dal tempo, come se fosse emersa da una serie di splendide improvvisazioni.

Accademia Bizantina (foto Stefan Gloede - Musikfestspiele Potsdam Sanssouci)
Accademia Bizantina (foto Stefan Gloede - Musikfestspiele Potsdam Sanssouci)

Fra le numerose stratificazioni e citazioni architettoniche e artistiche presenti nel Parco di Sanssouci, nella neo romanica Friedenskirche (Chiesa della Pace), costruita a metà Ottocento, si poteva avere l’impressione di trovarsi in Italia e nelle pause dei concerti si poteva passeggiare tra il porticato, il chiostro, il colonnato, e il giardino circostante pensando a quello che si era appena ascoltato. È qui che si è svolta l’inaugurazione del Festival con un concerto di Accademia Bizantina che è stato molto apprezzato, come ha ricordato la direttrice artistica Dorothee Oberlinger, sottolineando, insieme a Carsten Hinrichs il ‘drammaturg’ che la affianca e svolge un importante ruolo di raccordo e pianificazione dei contenuti musicali e della programmazione, come sia stata un’edizione finalmente interamente libera dall’incubo della pandemia

In questa chiesa, dove la piccola colomba sospesa all’interno del baldacchino al di sopra dell’altare è un segno di speranza, sono stati presentati altri importanti concerti, come il penultimo del lungo calendario, che è stato eseguito da Valer Sabadus accompagnato da Nuovo Aspetto, un ensemble caratterizzato da una particolare tavolozza timbrica che comprende strumenti come salterio, baryton, chalumeau, e il Weiner Kontrabass che sembra una gigantesca viola da gamba.

Nel programma di questo gioioso e affascinante concerto, l’esecuzione della Sinfonia e dell’aria “Dei colli nostri” tratte dal Trionfo dell’Amicizia e dell’Amore, dramma pastorale del 1711 di Francesco Bartolomeo Conti sono risuonate come un simbolo dell’intero festival caratterizzato dal motto “In Amicizia”.

La conclusione si è tradizionalmente svolta all’aperto sul terrazzamento dell’Orangerieschloss Sanssouci, dove si sono scherzosamente affrontate Claire Lefilliatre e Marie Perbost accompagnate dall’orchestra Les Épopées, per ricordare la rivalità sulla scena londinese tra due voci storiche, Faustina Bordoni e Francesca Cuzzoni, alle prese con arie di Handel e Bononcini. Una festa sonora ricca di luci, anche in senso letterale per l’illuminazione delle scalinate e del palazzo, e di efficaci chiaroscuri nelle parti drammatiche della selezione musicale grazie al talento dei due soprani e alla grande qualità dell’orchestra.

Les Épopées (foto Fabian Schellhorn - Musikfestspiele Potsdam Sanssouci)
Les Épopées (foto Fabian Schellhorn - Musikfestspiele Potsdam Sanssouci)

 

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Napoli: per il Maggio della Musica