Il ritorno di Jérusalem

Liegi: Verdi con la regia di Mazzonis di Pralafera e la direzione di Scappucci

Recensione
classica
Opéra Royale de Wallonie, Liegi, Belgio
Giuseppe Verdi
17 Marzo 2017
Riaccendendo i riflettori su un’opera ritenuta comunemente essere solo la versione in francese dei Lombardi alla prima crociata, l'interesse suscitato è stato grande ma l’esito un po’ deludente per via della messa in scena. Il direttore dell’Opéra Royal de Liège, Stefano Mazzonis di Pralafera, che dell'allestimento è pure regista, facendo proprie le tesi del critico Paolo Isotta, ha puntato a dimostrare l’originalità di Jérusalem nello stile del grand-opéra, con pure la musica per balletto composta da Verdi appositamente riproposta a Liegi con nuove coreografie di gusto contemporaneo. Se sul podio Speranza Scappucci è efficace nell'obiettivo di delineare il profilo musicale differente della nuova opera rispetto ai Lombardi, rendendo in modo accurato, sopratutto ben lavorando sui legati, una partitura che si è rivelata così drammaticamente potente quanto elegante, quindi un ulteriore passo avanti del discorso che Verdi aveva iniziato con il Nabucco e poi proseguito con i Lombardi; dall’altra parte però le scarne scenografie, le coreografie, gli stessi movimenti del coro, hanno dato l’impressione del già visto; e pure i costumi, pur di pregevole fattura, e pure con particolari bizzarri, sono in fondo monotoni e lasciano perplessi. Con il risultato che, se la musica di Jérusalem si rivela con una sua precisa personalità, dal punto di vista visivo l'impressione è invece che non ci sia purtroppo un'idea guida altrettanto forte a supporto del nuovo allestimento. Anche i protagonisti non convincono in pieno, con da una parte Elaine Alvarez nel ruolo di Hélène dalla voce e presenza possente, che domina la scena, ma manca un po' d'eleganza; così come il Roger di Roberto Scandiuzzi non ha sempre profondità; mentre dall’altra parte il Gaston di Marc Laho è apprezzabilissimo.

Note: Nuova coproduzione Opéra Royal de Wallonie / Fondazione Teatro Regio di Torino

Interpreti: Marc Laho (Gaston), Elaine Alvarez (Hélèn), Roberto Scandiuzzi (Roger), Ivan Thirion (Comte de Toulouse), Pietro Picone (Raymond), Natacha Kowalski (Isaure), Patrick Delcour (Ladémar de Montheil, légat du Pape)

Regia: Stefano Mazzonis di Pralafera

Scene: Jean-Guy Lecat

Costumi: Fernand Ruiz

Coreografo: Gianni Santucci

Orchestra: Opéra Royal de Wallonie-Liège

Direttore: Speranza Scappucci

Coro: Opéra Royal de Wallonie-Liège

Maestro Coro: Pierre Iodice

Luci: Franco Marri

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

A Bologna l’opera di Verdi in un nuovo allestimento di Jacopo Gassman, al debutto nella regia lirica, con la direzione di Daniel Oren

classica

Napoli: il tenore da Cavalli a Provenzale

classica

Al Teatro La Fenice grande successo per l’opera di Arrigo Boito nel brillante allestimento di Moshe Leiser e Patrice Caurier con la solida direzione musicale di Nicola Luisotti