Il nuovo Mozart di Daniele Abbado

Grazie a un cast perfetto sul piano vocale e soprattutto scenico, il regista riesce a concretizzare un progetto teatrale vincente. Meno meditata pare invece la direzione di Jonathan Webb, funzionale ma priva di momenti memorabili

Recensione
classica
Teatro Filarmonico Verona
Wolfgang Amadeus Mozart
02 Aprile 2006
Prima tappa del trittico dapontiano che Daniele Abbado mette in scena a Verona e Reggio Emilia in giorni contigui, con cast più o meno costante. E' la dimostrazione che l'opera, o almeno la commedia operistica, non ha bisogno di grossi apparati scenici, ma soltanto di una buona recitazione, e di un regista che fa sentire in ogni momento la sua presenza intellettuale, ma senza prevaricare. Una pedana girevole asimmetrica al centro del palco è di fatto l'unico elemento scenico evidente e costante, sul quale si materializza la mobilia necessaria a creare i vari spazi, all'insegna dell'essenzialità. Tutto si gioca dunque sulla recitazione, grazie a una compagnia duttile e affiatata, non solo di altissimo livello vocale, ma anche capace di una dizione perfetta e di una gestualità altamente comunicativa. Al punto che si finisce per dimenticare presto lo sfasamento temporale di un'ambientazione spostata a metà Novecento: scelta che sorprende sulle prime, ma che s'impone poi per la sua naturalezza. E la commedia settecentesca si trasforma così in un dramma familiare borghese, dove si continua a ridere per le gags dapontiane, ma ci s'intristisce anche per la crudezza delle meschinerie umane, potenziate dall'attualizzazione dei costumi. Applausi calorisissimi per Nicola Ulivieri (Figaro) e Rachel Harnisch (Contessa), ma non meno lodevoli gli altri interpreti, ottimali sia sul piano vocale, sia nella caratterizzazione del "nuovo" personaggio creato da Abbado. Direzione di Jonathan Webb spedita e senza indugi, neppure quando ci aspetteremmo che certe pause che separano le singole sottosezioni dei numeri musicali vengano sottolineate espressivamente, assaporate senza precipitazioni. Al termine, esito trionfale. Spettacolo da vedere, cui auguriamo lunga vita.

Interpreti: Il Conte d'Almaviva Davide Damiani, La Contessa d'Almaviva Rachel Harnisch, Susanna Julia Kleiter, Figaro Nicola Ulivieri, Cherubino Gabriella Sborgi, Marcellina Damiana Pinti, Bartolo Roberto Abbondanza, Basilio Mauro Buffoli, Don Curzio Mauro Buffoli, Antonio Dario Benini, Barbarina Cristina Baggio, Prima ragazza Patrizia Diodato, Seconda ragazza Antonella D'Amico

Regia: Daniele Abbado

Scene: Gianni Carluccio; Lighting Designer Gianni Carluccio

Costumi: Gianni Carluccio

Coreografo: Alessandra Sini

Direttore: Jonathan Webb

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