Idomeneo secondo Biondi

Liegi: non convince il nuovo allestimento firmato Jean-Louis Grinda

Idomeneo (Foto ORW-Liège/J.Berger)
Idomeneo (Foto ORW-Liège/J.Berger)
Recensione
classica
Opéra Royal de Wallonie-Liège
Idomeneo
19 Settembre 2023 - 28 Settembre 2023

Idomeneo, re di Creta mancava a Liegi dal 1986 e per riportarlo sulle scene è stato chiamato il monegasco Jean-Louis Grinda che è stato anche direttore generale e artistico dell’Opéra Royal de Wallonie-Liège  dal 1996 à 2007 e poi, oltre tante regie e altre direzioni di teatro, ha pure fondato, con Cecilia Bartoli, l’ensemble barocco Les Musicien du Prince. Aspettative alte quindi per la nuova produzione del capolavoro giovanile di Mozart ma il risultato da un punto di vista visivo e della regia delude un po’ mentre le voci, il coro e l’orchestra sono complessivamente all’altezza del compito e assicurano il successo dello spettacolo che alla prima si è concluso con calorosi applausi dopo che, all’inizio, pero’ se n’è notata l’assenza. Le scene di Laurent Castaingt sono essenziali, dominate dal bianco, con qualche bell’elemento come la citazione del labirinto del Minotauro, ma  non caratterizzano però bene i diversi ambienti e non aiutano la comprensione della storia, molto bello icomunque il mare proiettato nei suoi diversi stati, da calmo a tempestoso, e nei differenti colori grazie ai video di Arnaud Pottier, funziona anche il frammento di viso che incombe sugli uomini, meno i palazzi rovesciati da cui scruta un occhio. Molto belle le luci curate dallo stesso Castaingt. Non convincono del tutto poi i costumi di Jorge Jara, dal sapore finto, Elettra banalmente in rosso, con nella seconda parte dello spettacolo un’esplosione di colori l’arrivo della Dea dei Serpenti a seno nudo. E discutibile pure la scelta registica del finale con Ilia che strappa dal trono Idomeneo. Ottima invece la direzione musicale del maestro Fabio Biondi che imprime ritmo, vivacità ed eleganza all’esecuzione sin dalle prime battute dell’ouverture e con giusta misura valorizza man mano i diversi strumenti. Buona anche la prova del coro diretto da Denis Segond, ottimo in particolare in “Godiam la Pace” e poi nel famoso “Placido è il mare”. Nella parte di Idomeneo doveva esserci Giorgio Berrugi che ha dovuto rinunciare per ragioni di salute, sostituito dal tenore americano Ian Koziara, dalla recitazione un po’ da affinare ma che ha affrontato il ruolo con grinta e, incoraggiato dai primi applausi, ha saputo conquistare la platea con la sua energia, regalando spessore al personaggio, grazie anche al suo bel timbro e buona musicalità, convincendo come interprete mozartiano. Piace poi il mezzo Annalisa Stroppa come il principe Idamante, perfetta per la parte grazie alla sua voce scura, sempre sicura e precisa. Peccato solo che visivamente non era ben assortita con la sua amata Ilia, quest’ultima interpretata dal soprano Maria Grazia Schiavo, bei filati e pianissimo, molto bello il suo “Zeffiretti lusinghieri”, più debole nella parte alta della tessitura. Ma l’altra protagonista della serata è stata senza dubbio il soprano Nino Machaidze come Elettra, si è imposta con la sua dominante presenza scenica e la sua disperazione, un misto di dolore e rabbia, ha regalato alcuni dei momenti più coinvolgenti dello spettacolo con la sua voce sonora dagli acuti pieni. Molto ben riuscito con tutti i protagonisti principali il celebre quartetto “Andrò ramingo e solo” del terzo atto. Ma bene infine anche i giovani Riccardo della Sciucca, il tenore che interpreta Arbace, al suo debutto in Mozart, solo i vocalizzi ancora un po’ meccanici,  e  come La Voce il basso coreano Inho Jeong che si è messo in luce quest’anno al Concours Reine Elisabeth.

 

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