Giovani interpreti e rarità

La versione cameristica dell'opera per la prima volta in forma scenica in Austria: è questa la possibilità per un gruppo di giovani cantanti di raccogliere i frutti del loro lavoro, svolto da qualche anno nelle piccole scene della capitale austriaca, e mostrare al pubblico la raggiunta maturità. Peccato che la regia, banale e di poca sostanza, non abbia saputo ricreare la dinamica tra sogno e suspence continuamente presente nella partitura.

Recensione
classica
Kammeroper Vienna
Judith Weir
21 Febbraio 2008
La Kammeroper di Vienna continua a importare e proporre rarità. Ben venga. È forse proprio quello che ci vuole per ridare respiro e freschezza a un genere che a volte sembra ristagnare tra gli ingranaggi lenti e costosi delle grandi istituzioni. L'opera della compositrice britannica Judith Weir è un adattamento dell'ononima fiaba di Ludwig Tieck. Rispetto alla prima versione del 1994, però, la compositrice ha ridotto l'organico a 10 strumenti e leggermente accorciato la partitura. Invece di essere l'ennesimo trampolino di lancio per una giovane generazione di cantanti che da qualche anno si fa le ossa sui piccoli palcoscenici della capitale austriaca, la produzione mostra i frutti del loro lavoro e presenta un quartetto di interpreti che varca la soglia della gavetta e raggiunge la prima maturità artistica. Pons – tenore messicano attivo nell'organico del Marinskij – ha timbro omogeneo e sicurezza scenica; la Hauf fa fruttare la sua esperienza di parti secondarie in produzioni di opera contemporanea e interpreta asciutta e convincente il suo personaggio; versatile e caldo il baritono di Helm; ma è soprattutto la Beutel a stupire, con chiarezza ed espressività nelle colorature. Da questo punto di vista si può dire che la produzione sia ben riuscita. Peccato che la regia – la giovane Fanny Brunner proviene dal teatro ed è qui alla sua prima prova operistica – non abbia saputo esaltare sulla scena gli aspetti più avvincenti della partitura creando atmosfere adeguate e sottolineando la misteriosità e la dialettica tra fiaba romantica e thriller psicologico, tra sogno e suspence, annunciate dalla compositrice nell'introdurre il suo lavoro.

Interpreti: Eckbert: Matthias Helm Berthe: Anna Clare Hauf Walther / Hugo / il vecchio: Emilio Pons Un uccelloVogel: Romana Beutel Un cane: Jonny Kreuter

Regia: Fanny Brunner

Direttore: Daniel Hoyem-Cavazza

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