David Violi, una luce a Venezia

Il giovane pianista torna ad esibirsi per la nuova stagione del Palazzetto Bru-Zane

Recensione
classica
Palazzetto Bru Zane Venezia
19 Ottobre 2012
Piace sempre di più questa pacifica invasione culturale del Palazzetto Bru-Zane che porta in Italia nuove musiche e nuovi talenti rinnovando il mondo musicale francese. Se una critica deve essere mossa dal fronte patriottico è la desolazione che da noi non esista un mecenate come la signora Bru con il desiderio e le sostanze per dare nuova linfa alla musica e ai giovani musicisti d'Italia. Ospite del festival “Antichità, mitologia e romanticismo” è stato David Violi, giovane pianista di Nancy dalle lontane origini italiane. Già apprezzato quale fine camerista nel precedente ciclo dedicato al compositore Dubois, Violi ha regalato un emozionante recital sulla musica di Debussy e dei suoi meno famosi contemporanei. Pianista dotato di un tocco luminoso, questo giovane francese dai tratti e dalla giovialità mediterranea unisce una tecnica virtuosistica ad una ricchezza d'intenzioni che continuamente si rinnova, il giusto mix che lo rende interprete ideale di opere sconosciute. Nell'immediato paragone delle musiche eseguite con i quadri delle correnti simboliste e impressioniste, il percorso disegnato da Violi è stato quello di un intelligente curatore museale che affascina con le prime tele, con immagini inedite ma legate da un'appartenenza vibrante, in un continuo crescendo sala dopo sala che prepara alla visione dell'ultimo capolavoro. Scopriamo così la bellezza di un autore come Séverac, da anni nel repertorio di David Violi grazie ai preziosi consigli del suo maestro Aldo Ciccolini, nonché i meravigliosi Poemi virgiliani di Théodore Dubois, così arcaici ed evocativi. Alla fine brucia la stella dell'Isle joyeuse, che esplode vigorosa dopo le Six Épigraphes antiques, antico fiore che sboccia pagina dopo pagina con una misurata e magistrale lentezza.

Interpreti: David Violi, pianoforte

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