Coro e Orchestra Ghislieri, compleanno al Concertgebouw

L’ensemble vocale e strumentale Ghislieri ha celebrato i suoi quindici anni di attività fra Amsterdam e Pavia

Coro e Orchestra Ghislieri
Foto di Elisa Bracco
Recensione
classica
Concertgebouw, Amsterdam
Coro e Orchestra Ghislieri
27 Gennaio 2018

Il nome dello storico Collegio Ghislieri di Pavia oggi non circola solo negli ambienti accademici e scientifici internazionali, ma anche in quelli musicali grazie all’ensemble fondato da Giulio Prandi nel 2003.

Nel corso di quindici anni di attività, caratterizzata dalla interazione e sinergia tra ricerca, pratica musicale e produzione e organizzazione di eventi, il gruppo di giovani musicisti ha realizzato quello che inizialmente sembrava un sogno: valorizzare e divulgare la parte meno conosciuta del patrimonio della musica sacra italiana del XVIII secolo. I risultati del loro lavoro sono apparsi evidenti nel programma che si è svolto nella storica sala del Concertgebouw di Amsterdam, inserito nella serie di musica antica dei concerti pomeridiani del sabato curati da Kees Vlaardingerbroek e trasmessi in diretta da Radio 4, l’emittente di musica classica del servizio pubblico dei Paesi Bassi.

L’ensemble vocale e strumentale spinto dall’entusiasmo di Prandi ha eseguito la Messa in Re di Pergolesi che probabilmente risale al 1732 e che sul modello della tradizione concertata del barocco partenopeo è costituita da Kyrie e Gloria. Il respiro del pathos pergolesiano è apparso evidente fin dalle prime note, con il susseguirsi di piano e forte del primo “Kyrie”, e con il possente intreccio fugato del “Christe”, ma è nella vibrante energia e nella varietà della scrittura e dell’organico del Gloria che si è manifestata tutta la bellezza di questa messa tramandata attraverso numerosi manoscritti.

Il culmine espressivo della elaborazione musicale dei suoi versetti distribuiti tra intensi episodi corali ed arie solistiche per soprano, affiancato dal contralto nel “Domine Deus”, si è toccato nel “Qui tollis peccata mundi”, pieno di accenti drammatici e di contrasti ritmici e nel cui tessuto corale è spiccato l’intervento individuale dei quattro registri vocali solistici. 

Nella grande sala da duemila posti completamente piena, il momento di massima concentrazione dell’ascolto è stato raggiunto durante l’esecuzione della seconda composizione in programma, il Miserere di Jommelli composto nel 1751 per la Basilica di San Pietro, eseguito dal Coro accompagnato da due organisti. Pur vivendo all’epoca della maggior influenza dell’opera sulla musica sacra, il compositore ha preferito seguire la tradizione liturgica romana che nella intonazione del lungo salmo prediligeva l’alternanza di polifonia e monodia. Attraverso il linguaggio dello stile antico a cappella Jommelli ha evidenziato i versetti pari, elaborandoli polifonicamente e raggiungendo il punto di massima tensione espressiva nella invocazione “Libera me de sanguinibus, Deus, Deus”. Nella alternanza con i versetti dispari declamati secondo la prassi della monodia gregoriana, la funzione di meditazione dolorosa del salmo in questa intensa composizione risulta ancor più incisiva, e nonostante fosse il brano più difficile per gli esecutori e forse anche per il pubblico, la parte centrale dell’intenso concerto è stata accolta e seguita quasi con devozione, segnando il passaggio verso l’esuberante finale vivaldiano.

Se la Messa in Re di Pergolesi e il Miserere di Jommelli fanno parte del repertorio di musiche poco note o eseguite per la prima volta in tempi moderni dall’ensemble Ghislieri, la prima sulla base della edizione critica della Fondazione Pergolesi ed il secondo trascritto da Giulio Prandi, l’inclusione del noto Dixit Dominus RV 594 di Vivaldi oltre ad aver rappresentato uno dei motivi di attrazione per il pubblico, ha permesso di valorizzare il talento della compagine orchestrale e vocale costituita da oltre settanta musicisti. La composizione del “Salmo 109 per due soprani, tenore e basso solisti, due cori a quattro voci miste, due trombe, due oboi e archi divisi in due cori” compendia la maestria e l’esperienza operistica e concertistica del compositore veneziano, grazie ad una struttura nella quale attraverso la varietà dei timbri strumentali si alternano sezioni corali, arie solistiche e duetti. Con i versetti del più famoso dei salmi “regali” esaltati dalla brillante e accattivante scrittura vivaldiana si è così concluso il lungo concerto del gruppo che applaudito a lungo ha salutato il pubblico del Concertgebouw con la prima parte del Dixit Dominus di Galuppi.

Al concerto di Amsterdam del 26 gennaio 2018 è immediatamente seguito quello tenuto nel Teatro Fraschini di Pavia, dal cui programma è stato escluso il Miserere di Jommelli. Nonostante le notevoli differenze tra le due sale, per impianto, acustica e dimensioni, la brillante performance del Coro e Orchestra Ghislieri è stata accolta entusiasticamente anche in casa, senza però registrare il tutto esaurito come ad Amsterdam, e su questo ci sarebbe molto da riflettere.

Dall’importante compimento del quindicesimo anno di attività si svilupperanno altri impegni internazionali, e il Coro, con un organico ridotto, tornerà a cantare nella stessa sala e nella stessa serie di concerti il 24 marzo, affiancando la Cappella Neapolitana di Antonio Florio per eseguire lo Stabat Mater di Alessandro Scarlatti e La passione secondo Giovanni di Gaetano Veneziano.
Il podcast del concerto esaltato dalla leggendaria acustica del Concertgebouw  si può ascoltare sul sito di Radio4 e prossimamente anche in streaming video sul sito radiotelevisivo francese Culturebox, mentre sta per uscire il disco dedicato a Pergolesi pubblicato dalla Arcana che oltre a questa messa comprende anche il “mottettone” Dignas laudes.

Coro e Orchestra Ghislieri
Giulio Prandi: direttore
Sonia Tedla e Marta Redaelli: soprani
José Maria Lo Monaco: contralto
Schola gregoriana diretta da Renato Cadel

Voci soliste del Coro
Sonia Tedla: soprano (Pergolesi, Jommelli)
Karin Selva: soprano (Pergolesi)

Marta Redaelli: soprano (Vivaldi)

Marta Fumagalli: alto (Pergolesi)
Maria Chiara Gallo: alto (Jommelli)
Raffaele Giordani: tenore (Pergolesi, Jommelli, Vivaldi)
Matteo Bellotto: basso (Pergolesi, Vivaldi)


Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione

classica

Al Theater Basel L’incoronazione di Poppea di Monteverdi e il Requiem di Mozart in versione scenica