Ars Ludi contemporaneo

Napoli: da Reich a Battistelli

Ars Ludi
Ars Ludi
Recensione
classica
Teatro Sannazaro di Napoli
15 Febbraio 2024

Metti un giovedì sera (15 febbraio) al Sannazaro di Napoli; Ars Ludi in scena per la stagione musicale dell’Associazione Alessandro Scarlatti, sala piena e pubblico attentissimo. Ascolteremo Beethoven e Mozart? No, l’ensemble propone brani “contemporanei”, certo molti ormai del secolo scorso, di Battistelli, Reich e Glass.  Più o meno tutte le stagioni musicali in Italia investono sulla produzione contemporanea, ma la Scarlatti lo fa con mirate intenzioni e l’esperienza nel campo del direttore artistico Tommaso Rossi. Le opere “Il libro celibe” (1976) e “Orazi e Curiazi” (1996) di Giorgio Battistelli per la platea napoletana sono promosse a pieni voti. Antonio Caggiano, Gianluca Ruggeri, Rodolfo Rossi e Alessio Cavaliere rendono giustizia al leone d’oro alla carriera con interpretazioni moderne che mettono in luce ogni dettaglio e perfezione nella loro teatralità, dove brillano i suoni di carta, cartone, pelle, metallo, legno, e il racconto nella sua materialità sonora. Il minimalismo di Glass, “Opening” da Glassworks (1981) arrangiamento dall’ensemble (1981), è inserito nel programma come fosse un interludio tra i due Battistelli e serve ad introdurre un flusso ritmico costante, tema di tutto il concerto. Quindi poi “Orazi e Curiazi” (1996), ormai un classico si può dire, un combattimento tra due percussionisti su di un tappeto di ghiaia, loro campo di battaglia tra bongos, tom-tom, piatti, tam-tam, grancassa, insieme a bisbigli, fischietti e ansimi. 

Segue Marimba Phase (1967) di Reich. Un certo numero di motivi melodico-ritimici ripetuti colpiscono per il suono leggero, caldo delle due marimbe. L’ensemble cerca poi per tutto il resto del concerto, anche in maniera vorticosa, un equilibrio tra dinamiche, sfumature timbriche, poesia e il tempo che rimane come  sospeso e “fuori fase”. Ancora di più nel finale di “Drumming Part 1” per 4 coppie di bongos intonati (1970-71). Infine, in “Psychopompos” (1988) sempre di Battistelli, ma in una versione curata da Ruggieri, Ars Ludi è disinvolto, più avventuroso, brioso, curati gli abbellimenti nelle diteggiature fluide sulle canne nel tamburo, con uno spettro sonoro sempre ricco di alchimie particolari. Qui rapide volate, rubati, accenti e repentini cambi di carattere in cui le membrane dei tre tamburi partecipano con presenza, rendono l'interpretazione funzionale alla trasmigrazione di anime dello psicopompo.

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