Arabella in stile liberty fa un figurone

Una regia lontana dalla spettacolarità, semplice, precisa e moderna. Una lettura della partitura sobria, con alcuni momenti di ebbrezza. Il segreto del successo di questo nuovo allestimento della Staatsoper sembra proprio celarsi in questo cauto osare, che non annoia o irrita il pubblico. Il cast vocale è solido, con una splendida Kühmeier, una Pieczonka che riempie la scena e un simpatico Bankl. Un allestimento che rimarrà in repertorio.

Recensione
classica
Staatsoper Vienna
Richard Strauss
16 Dicembre 2006
Con il nuovo allestimento di Arabella, opera che mancava dalle scene della Staatsoper da circa un decennio, si è voluta provare la reazione del pubblico di fronte alla coppia Bechtolf/Welser-Möst, che dal prossimo anno sarà responsabile artisticamente per la nuova produzione viennese del Ring wagneriano. Pubblico e critica hanno acclamato, e questo è un buon segno. La regia traspone la vicenda dalla seconda metà dell'800 agli anni '30 del Ventesimo secolo, in quel periodo di decadenza e fertilità artistica della storia europea in cui nasce questo lavoro di Strauss. Lontano da qualsiasi provocazione o forzatura, Bechtolf conduce i personaggi con efficace semplicità e precisione, con la stessa naturalezza con cui Welser-Möst adatta il flusso musicale al ductus testuale. Il risultato: comprensibilità e drammaticità. Se l'opera porta in scena una storia, è giusto che questa venga raccontata, sembrano volerci dire i due. Ed è ciò che a nostro avviso ha determinato il grande successo, e l'immediatezza nella ricezione, di questo allestimento, al di fuori di molti schemi di regia moderna sensazionalistica e pacchiana. Hampson e Pieczonka sono acclamati protagonisti, sebbene il baritono nel registro basso pasticci nella dizione e risenta di molte imprecisioni. Peccato per Schade, invece, che ha dovuto lasciare l'allestimento dopo la prima essendosi fratturato una gamba. Brilla e strabilia la Kühmeier, che nella sua umiltà scenica e intensità vocale è garanzia di espressività e teatralità. Bravi anche Bankl nel ruolo del padre e la Fally, una Fiakermilli macchietta, acrobatica e virtuosa. Un allestimento che rimarrà nel repertorio dell'istituzione viennese e che ancora negli anni a venire potrà mostrare attualità e modernità.

Interpreti: Graf Waldner: Wolfgang Bankl Adelaide: Daniela Denschlag Arabella: Adrianne Pieczonka Zdenka: Genia Kühmeier Mandryka: Thomas Hampson Matteo: Michael Schade Graf Elemér: John Dickie Graf Dominik: Adrian Eröd Graf Lamoral: Johannes Wiedecke Fiakermilli: Daniela Fally Kartenaufschlägerin: Janina Baechle

Regia: Sven-Eric Bechtolf

Scene: Rolf Glittenberg

Costumi: Marianne Glittenberg

Direttore: Franz Welser-Möst

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