Wiener Festwochen 2025
Al via il 16 maggio il festival più importante della capitale austriaca

Manca pochissimo all’inaugurazione delle Wiener Festwochen, il festival più importante della capitale austriaca. Per il concerto di apertura del 16 maggio, open air e gratis sulla piazza del Municipio, saranno attesi tra gli altri, Laurie Anderson (che tre giorni dopo si esibirà in prima assoluta nella performance State of Love) e il contra-tenore congolese Serge Kakudji.
Nella sua seconda programmazione da sovrintendente, Milo Rau prosegue una linea esplicitamente politica: La sua idea di festival ruota attorno al concetto di democrazia. Concepito come un organismo democratico, come una res publica inclusiva e libera, quest’anno il festival va in scena con il titolo di Republik der Liebe (Repubblica dell’amore).
Tra gli allestimenti proposti spiccano numerose rielaborazioni di classici del teatro occidentale: Sofocle, Shakespeare, Jelinek, Bernhard, Checov, Kleist, Brecht (Madre coraggio in una regia di Lisaboa Houbrechts con la musica di Paul Dessau). Anche il programma musicale propone un grande classico della storia della musica, lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi. Il regista e compositore ghanaese Georges Ocloo ha usato la composizione di Pergolesi come punto di partenza per una riflessione sulla cultura del lutto. The Grief of Red Granny intreccia infatti lo Stabat Mater con alcuni rituali funebri africani. “Ho portato Pergolesi nella mia chiesa voodoo.” Ocloo spiega così la sua opera, in cui si interroga su cosa significhi quando ci viene negata la possibilità di dire addio a una persona amata e in cui dà voce a coloro che non hanno potuto dire addio ai propri cari: Vittime di guerre, di pandemie o di attacchi terroristici.
Anche The Strauss Technique, una produzione in prima assoluta del coreografo, attivista e performer della scena queer Ivo Dimchev, prende come punto di partenza un protagonista della storia della musica occidentale. Johann Strauss, di cui sono in corso varie celebrazioni in occasione dei duecento anni della sua nascita verrà proposto in un workout partecipativo e in un miscuglio di cultura di élite e cultura popolare.
Della Akademie Zweite Moderne avevo già scritto nella presentazione del festival dello scorso anno: si tratta di un progetto di cinque anni, con il dichiarato intento di incrementare le commissioni ed esecuzioni di opere di compositrici donne provenienti da tutti i continenti. Le dieci partecipanti di quest’anno sono Nyokabi Kariũki, Mary Kouyoumdjian, Niloufar Nourbakhsh, Hannah Kendall, Jamie Man, Chaya Czernowin, Katharina Ernst, Sara Glojnarić, Lucia Ronchetti e Cassie Kinoshi. Alcune loro composizioni verranno presentate in due concerti del Klangforum Wien sotto la direzione di Irene Delgado-Jiménez. Il messaggio suggerito dal titolo di questi due concerti è inequivocabile: „No more excuses”!
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