Stallo alla Scala

Proroga a Meyer? Ortombina tra due anni?

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Teatro alla Scala
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Difficile stabilire se la metafora adatta sia "bocce ferme"o "pantano". Il Consiglio di Amministrazione della Scala, che ieri avrebbe dovuto prorogare la sovrintendenza di Dominique Meyer di un paio d'anni, non ha votato in merito e si è limitato a comunicare di aver raggiunto un "parere condiviso" sull'ipotesi di una proroga ridotta a un anno, tuttavia non ancora formalizzata. Rinviato quindi anche l'arrivo annunciato di Fortunato Ortombina come successore di Dominque Meyer e di Daniele Gatti successore di Riccardo Chailly alla direzione musicale. Lo stallo è stato preceduto da un infuocato scambio telefonico durante il cda fra il sindaco Beppe Sala e il ministro Gennaro Sangiuliano, che avrebbe voluto l'immediato avvicendamento. Mentre il sindaco, che fino a poco tempo fa pareva della stessa idea, ha ora sposato la tesi di mantere al loro posti sia Meyer sia Chailly. Alla pressione governativa si è poi aggiunto il sottosegretario Gianmarco Mazzi per avvertire che la scadenza dei settant'anni per la carica di sovrintendente vale per tutti (Meyer li compirà nel 2025) e che le "proroghe bloccano il rilancio del settore". L'intrico è difficile da dipanare perché la Scala, come del resto Santa Cecilia, gode di uno statuto a sé. La nomina del sovrintendente del Piermarini spetta al Consiglio di Ammnistrazione presieduto dal sindaco e il ministero non ha potere di ratifica, solo di futura vigilanza amministrativa, oltre al diritto di nominare due consiglieri nel cda. A parte che lo statuto scaligero non è stato ancora rinnovato dopo l'introduzione della regola dei settant'anni, se Meyer rimanesse oltre i limiti d'età andrebbe chiarito se la sua posizione sia fuori legge o semplicamente irrituale, cosa che gli consentirebbe di rimanere fino a fine mandato. Uno stimolante quesito per l'Avvocatura dello Stato.

Le norme secondo l'uso italico sono comunque sbandierate come argomento di discussione, mai di comportamento. Non a caso il sindaco Sala si era già consultato col ministero per la nomina di Ortombina e si può anche immaginare che da parte sua il ministro abbia già in mente come muovere le pedine per una nomina a lui gradita alla Fenice di Venezia. A parte le trame, il sottosegretario ha fatto presente che il ministero sovvenziona la Scala con circa 83 milioni di euro l'anno, quasi fosse un'elargizione liberale da accettare con grato animo, magari da ridurre se qualcuno non rigasse dritto.

Morale della favola, per scongiurare qualsiasi bega legale che potrebbe durare a lungo, la proroga di un anno sembrerebbe l'unica via d'uscita e acconterebbe in parte anche gli orchestrali che avevano chiesto di prolungare al sovrintendente il contratto di due anni. 

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