A Parma si indaga sulla "fabbrica dell’opera verdiana"
Il 2 e 3 settembre l’Istituto Nazionale di Studi Verdiani organizza il convegno “La fabbrica dell’opera verdiana, ieri e oggi”

Martedì 2 e mercoledì 3 settembre presso la Sala dei concerti della Casa della Musica di Parma si terrà il convegno di studi “La fabbrica dell’opera verdiana, ieri e oggi”, organizzato dall’Istituto Nazionale di Studi Verdiani e promosso da Teatro Regio di Parma e Università degli Studi di Palermo. A essere messi sotto lente di ingrandimento saranno non tanto l’atto creativo, quanto la macchina organizzativa del melodramma – che spesso assurge a variabile attiva nel processo inventivo dello spettacolo stesso – e il lavoro di figure tecniche quali committenti, agenti, editori, avvocati, addetti stampa che si devono confrontare con problemi d’ordine pratico, economico, giuridico e politico. Fulcro del convegno sarà la messinscena dell’opera verdiana osservata in un arco cronologico ampio, dalla metà dell’Ottocento fino all’oggi.
Nel corso delle due giornate si alterneranno contributi di studiosi afferenti a discipline diverse (musicologia, storia del teatro, storia, diritto) e testimonianze “dal vivo” di operatori attivi nel settore dell’industria operistica, che getteranno nuova luce su un ampio ventaglio di argomenti: le politiche di finanziamento, i meccanismi di mediazione fra gli attori del sistema, i motivi e gli esiti degli interventi legislativi sullo spettacolo, i ruoli e gli interessi dell’editoria, i rapporti con l’industria dei media, le tecniche di marketing del “prodotto opera”.

Come illustra il comitato scientifico, formato da Marco Capra, Alessandro Roccatagliati e Ruben Vernazza, «dopo le pionieristiche indagini condotte negli anni Ottanta del secolo scorso, di cui il volume quarto della Storia dell’opera italiana curata da Lorenzo Bianconi e Giorgio Pestelli rappresenta uno dei frutti più maturi, lo studio dei meccanismi e delle agencies dell’industria operistica italiana sta attraversando oggi una fase di rinnovata fioritura. Ricerche recenti hanno individuato e problematizzato temi e fenomeni nuovi, o riconsiderato quelli noti, secondo approcci disciplinari variegati: della storia della musica, della storia culturale e transnazionale, dell’economia, del diritto, per esempio. Giovandosi di questo vivace dibattito accademico, il convegno intende indagare la fabbrica italiana del teatro d’opera, prendendo a perno l’universo Verdi, le cui opere rappresentano oggetti privilegiati per individuare continuità e rotture sistemiche e storiche».
Il convegno si aprirà martedì 2 settembre alle 14.30 con la prima sessione, moderata da Alessandro Roccatagliati, dal titolo “Produrre, controllare, mediare” che prevede gli interventi di Matteo Paoletti, Livia Cavaglieri, Ditlev Rindom, Davide Ciprandi e Siel Agugliaro. Mercoledì 3 settembre la seconda sessione moderata da Marco Capra verterà sul tema “Industria dell’opera e industrie mediatiche”, con interventi di Ruben Vernazza, Elena Oliva, Daniele Palma, Marco Targa, Carolin Krahn. Nel pomeriggio di mercoledì seguiranno due tavole rotonde: alle 14.30 si parlerà di “Editoria e divulgazione operistica oggi” con Eleonora Di Cintio, Valentina Anzani e Andrea Estero (modera Paolo Russo); alle 16.00 Paolo Pinamonti, Giulio Castronovo e Giuseppe Albenzio si confronteranno sul tema della “Attualità dei mestieri del teatro d’opera”, moderati da Luigi Ferrari.
Il convegno è realizzato con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Ministero della Cultura – Direzione generale educazione e ricerca, Ministero dell'Università e della Ricerca, Italia Domani Piano Nazionale di ripresa e resilienza ed è finanziato da Unione Europea - NextGenerationEU. L’ingresso è libero. Per informazioni consultare il sito www.studiverdiani.it.
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