Il Maggio riparte da Hindemith

Firenze: Luisi inaugura il 5 maggio con Cardillac

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Fabio Luisi
Fabio Luisi

Questo ottantunesimo Maggio Musicale Fiorentino, che partirà il 5 maggio con una lunga e pienissima giornata culminante nel Cardillac di Paul Hindemith, raccoglie i frutti di un’azione intensa, volta al riallacciarsi di relazioni con le altre realtà culturali e civili – oltre settanta coinvolte in questa edizione - e con il territorio, il pubblico, la città, l’area metropolitana, la regione. E’ l’azione perseguita con forza dal sovrintendente Cristiano Chiarot fin dal suo insediamento. La cosa sta dando i suoi frutti, e da molti mesi rivediamo il teatro sempre pieno, grazie a una continua rotazione di titoli popolari e proposte per conoscitori, molto all’insegna di ricicli virtuosi e giovani cast. Si confida che una volta raddrizzata la barca, la si riorienterà verso la stella polare della qualità, ma anche le quantità hanno i loro pregi, con il riequilibrio dei conti gestionali rivendicato da Chiarot e le iniziative volte a ridurre il pesante debito consolidato, eredità delle passate gestioni.

E così, sotto il titolo fascinoso di “Dialoghi ai confini della libertà”, questo Maggio è l’occasione giusta per dimostrare tante cose. Quest’edizione vedrà le conferme e i ritorni in cartellone di collaborazioni consolidate e nuove: Amici della Musica per i recital di Perahia e Sokolov; Fabbrica Europa per la danza; per l’offerta ricchissima di musica novecentesca e contemporanea ci sono Contempoartensemble, Nuovo Contrappunto, Tempo Reale, l’Homme Armé, l’Ensemble degli Intrigati, il G.A.M.O. Mario Ruffini per i progetti concernenti Luigi Dallapiccola; e poi l’Orchestra della Toscana,  la Giovanile Italiana,  l’Associazione Bartolomeo Cristofori per la serie di concerti dedicati a Schubert sul fortepiano. Insomma un autentico proliferare di eventi sia cittadini che periferici (questi ultimi già sperimentati con successo in stagione con il cartellone “Maggio Metropolitano”), concerti ma anche conversazioni, cinema, letture, “rimembranze di Maggio”, omaggi, rievocazioni, come l’omaggio a Zeffirelli nel suo nuovo museo di piazza San Firenze, in cui, nel pomeriggio della giornata inaugurale, si ricorderanno certamente i suoi grandi spettacoli fiorentini, ma si eseguiranno anche note di Daniele Lombardi, da poco e improvvisamente scomparso. Notiamo anche formule originali di “concerti con voce”, con Alessio Boni, con Elio. Lo spirito è quello delle edizioni storiche, il voler chiamare a raccolta nel festival tutte le forze della cultura e dell’arte fiorentina, e allora diciamo, fiorentinamente-dantescamente che “qui si parrà la tua nobilitate”. 

Sei le produzioni operistiche, decisamente un balzo in avanti, Cardillac, La Battaglia di Legnano (dal 22 maggio), Infinita Tenebra di Luce, la novità di Adriano Guarnieri (dal 3 giugno al Goldoni), Il Prigioniero di Dallapiccola abbinato ai Quattro pezzi sacri verdiani (19 giugno), la Dafne di Marco da Gagliano al Giardino di Boboli (dal 25 giugno), tutti nuovi allestimenti, e infine il Macbeth in forma di concerto (11 e 13 luglio) che vede il ritorno a Firenze di Riccardo Muti. I direttori sono, rispettivamente, Fabio Luisi, nuovo direttore principale, Renato Palumbo, Pietro Borgonovo, per il progetto Dallapiccola-Verdi  Zubin Mehta, che ha dovuto cancellare per seri motivi di salute i concerti previsti in aprile (sostituito validamente però, da Vladimir Ashkenazy e da Mikhail Jurowski) ma per ora non rinuncia al Maggio, dove oltre al progetto Dallapiccola-Verdi dovrebbe dirigere anche tre concerti sinfonici, fra cui quello che segna la conclusione del bel Ciclo Sostakovic intrapreso dall’orchestra mesi fa, con la Quinta. E ancora, tornando all’opera, Federico Maria Sardelli per la Dafne e come si è detto Muti per il Macbeth. Interessanti i profili registici con i debutti di Valerio  Binasco e Marco Tullio Giordana per Hindemith e il Verdi della Battaglia, e l’attenzione al genius loci teatrale e coreografico, con Giancarlo Cauteruccio per Guarnieri e Virgilio Sieni per Dallapiccola-Verdi. Nei cast segnaliamo almeno Jennifer Larmore per Cardillac, Marco Spotti e Vittoria Yeo per la Battaglia, Anna Maria Chiuri e John Daszak per Dallapiccola, Luca Salsi, Vittoria Yeo, Francesco Meli e Riccardo Zanellato per Macbeth

 

A proposito di danza, è chiara l’intenzione di andare oltre il capitolo doloroso della chiusura della compagnia Maggiodanza, e c’è un indubbio rilancio della danza e del teatro-danza contemporanei, che ha due poli. Il primo è lo stesso Virgilio Sieni che tra le altre cose farà, prima del Cardillac del 5, nel piazzale antistante al teatro, il suo spettacolo Firenze Ballo 1944, Grande Adagio Popolare con cui sembra voler proseguire la linea di memorie e di “democrazia del corpo” intrapresa da anni a Firenze. L’altro è l’intensificato rapporto  con il festival Fabbrica Europa alla Leopolda, festival concomitante e “adiacente” con cui vengono coprodotti tre spettacoli firmati dai coreografi Sang Jijia, Julie Ann Anzillotti e Anne Teresa De Keersmaeker, e tra questi Re-Mark di Sang Jijia avrà la sua prima il 5 maggio, immediatamente dopo la conclusione del Cardillac. Un grande danzatore del passato, Mikhail Barishnikov, lo vedremo e ascolteremo stavolta come attore il 3, 4, 5 luglio nel suo recital dedicato alla poesia di Joseph Brodsky.

Nel programma sinfonico segnaliamo almeno il Paulus di Mendelssohn diretto da Fabio Luisi, le altre bacchette sono Kolja Blacher, John Axelrod, Frédéric Chaslin, Lorenzo Viotti, Mikhail Jurowski, James Conlon, ritorno graditissimo per la Settima di Sostakovic.

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