Note sparse

Vorno: improvvisazioni e foto

Recensione
classica
C'è tutto il pointillism di Seurat e la profondità discreta di Degas negli scatti scelti per il progetto Note Sparse dalla coppia storica della fotografia musicale Lelli & Masotti. I due, che hanno documentato artisticamente tanto la Milano delle avanguardie che quella più istituzionale del Teatro alla Scala, dal 2006 hanno iniziato a collaborare con il pianista e compositore Stefano Battaglia a una raffinata e originale “improvvisazione per pianoforte su foto e video”. Allo SPE – Spazio Performatico ed Espositivo di Vorno (Lucca), le immagini scorrono in una narrazione controllata tecnicamente da Gianluca Lo Presti, che dà a Battaglia la possibilità di tessere una trama musicale sempre inedita, scandita dalle note gravi e con una tavolozza acustica fatta di pianoforte preparato e pizzicato, toy piano e metallofoni con cui l'artista porta il pubblico in atmosfere contemporanee quasi meditative. «Certamente l'impressionismo ha un suo contributo forte – spiega il musicista - sia nel lavoro di Silvia e Roberto che nella mia storia di musicista, soprattutto quando le immagini sono riconoscibili e legate al reale, come nella sequenza degli arredi, tra la Scala di Milano e il Musikverein di Vienna. Ma io colgo due elementi ancora più forti nella sinergia tra la loro opera e le mie improvvisazioni: uno è l'espressionismo astratto e una certa poetica visionarietà molto "italiana", teatrale, di rappresentazione onirica, che mi rimanda a Petri e a Pasolini, Fellini e Tonino Delli Colli, e ancora una volta, all'espressionismo di Mario Giacomelli». - Come vi siete conosciuti e come è nata l'idea di questa collaborazione? «In quanto fruitore delle avanguardie musicali degli anni settanta conoscevo bene gli scatti di Roberto. Quando negli anni ottanta a mia volta mi sono affacciato in quel mondo come performer è avvenuto l'incontro. Quando poi entrai a far parte degli artisti sostenuti e pubblicati da ECM il rapporto si intensificò, perchè lui era l'allora responsabile della comunicazione. Non dimentico il suo impegno nell'organizzare la prima italiana del mio lavoro su Pasolini alla Triennale di Milano. Da lì ci venne l'idea di una collaborazione artistica, sfociata in Note Sparse, dove ho potuto ammirare l'incredibile talento poetico di Silvia, che invece non conoscevo. Credo si abbia lo stesso amore per la poesia nel suo senso più ampio, come cuore di qualsiasi cosa».

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