Il mito dell’eterna ristampa

Viaggio nell'archivio della Cramps

Recensione
jazz
Chi ha, come me, ormai alle spalle già un paio di decenni di vita nelle cose e negli oggetti di musica (pure di più se si calcolano anche gli anni delle passioni adolescenziali) ha probabilmente visto ormai passare sotto i propri occhi più di una ristampa dello stesso disco, in vinile, in cd, in cd rimasterizzato, in cd con sconvolgenti e introvabili bonus track e ora nuovamente in vinile.

Si potrebbe malignare che quello discografico (o quel che per convenzione continuiamo a chiamare come tale, dato che una larga fetta di mondo naviga decisamente in altri mari) stia diventando sempre più un mercato dove – più o meno – si continuano a vendere sempre gli stessi dischi agli stessi acquirenti. Sotto forma di special editions, rimasterizzazioni, cofanetti, reimpacchettamenti vari che attirano come api al miele appassionati e collezionisti, oltre a essere potenziali regali a effetto e, qualche volta, far conoscere il disco o il musicista a nuove orecchie.

Gli Area sono, ad esempio, uno dei gruppi la cui discografia ha, in questi anni, attraversato più vicende ristampatorie.
Di riedizioni dei dischi "classici" della band ne ricordo personalmente più d’una, con prezzi fluttuanti dalla più conveniente delle opzioni al furtarello/rarità. Non ho dati certi sotto mano, ma se vogliamo dare credito all’autorevole database del sito www.discogs.com ne troviamo infatti diverse, da parte della Cramps – l’etichetta originale – della Get Back, della Akarma e così via…

Mettere una parola definitiva su questa macchina della riedizione sembra impresa piuttosto ardua (pensiamo agli inediti di qualsiasi scrittore o musicista, magari morto giovane come è accaduto al grande Demetrio Stratos), ma forse ci possono provare i sontuosi cofanetti che la Sony – che da poco ha acquisito i diritti della Cramps – ha appena pubblicato e che mi sento di consigliare come regalo natalizio per gli appassionati.

Si tratta di tre box numerati in tiratura limitata dedicati rispettivamente a Arbeit Macht Frei, a Caution Radiation Area e a Cantare La Voce del solo Stratos. Ciascuno contenente il disco in cd e in vinile e vari "gadgets" grafici. Sulla qualità della musica e l’importanza che questi dischi rivestono nella storia della popular music italiana non mi dilungo, sarebbero ovvietà. Sulla qualità della resa audio della nuova edizione in vinile rispetto a quella originale gli appassionati già dibattono sui forum con, come sempre, opinioni discordanti. A me sembrano comunque tre uscite di rilievo, che sono abbinate anche a una nuova edizione in dvd e cd dello storico 1979 Il Concerto – Omaggio a Demetrio Stratos, sorta di momento cardine per un’intera generazione.



Pare che siano in arrivo nei prossimi mesi nuove ristampe anche di molte altre gemme del catalogo Cramps, da Claudio Rocchi a John Cage, solo per dirne due. Un catalogo che è uno scrigno di meraviglie, certo alcune già ristampate e diffuse ampiamente negli anni passati, ma che promette di soddisfare l’inguaribile retromania di molti e, magari, potrebbe fare scoprire a qualcuno che musicisti fantastici siano stati, ad esempio, Eugenio Finardi o Alberto Camerini, prima che una scena discografica geneticamente provinciale come quella del pop nostrano ridimensionasse in modo decisivo le loro potenzialità.

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