PODCAST | Early Music Stories #35

40 anni vissuti polifonicamente. Una giornata con l’Homme Armé

Prima tavola rotonda convegno (foto di Paolo Scarnecchia)
Prima tavola rotonda convegno (foto di Paolo Scarnecchia)
Articolo
classica

È ancora antica la musica antica? 

Domenica 8 ottobre 2023 nell’Auditorium Sant’Apollonia di Firenze si è svolto un incontro tra numerosi musicisti e studiosi riuniti per festeggiare i quaranta anni di attività dell’ensemble vocale L’Homme Armé.

Rispondendo all’appello del direttore del gruppo Fabio Lombardo rivolto a colleghi e amici, alla fine del convegno intitolato “È ancora antica la musica antica?” è stato eseguito un originale mottetto di Alessandro Striggio.

Alla domanda hanno cercato di rispondere nel corso di due distinte sessioni Stefano Lorenzetti e Renato Meucci con due relazioni, e di seguito tutti gli altri attraverso due tavole rotonde moderate da Gabriele Giacomelli e Gregorio Moppi.

Nella prima intitolata “Tra ricerca e performance” oltre a Lorenzetti sono intervenuti  Rossana Bertini, Paolo Da Col, Michele Pasotti e Federico Maria Sardelli, mentre alla    seconda dedicata al tema della “Musica ‘antica’ nell’era digitale” hanno partecipato  Bettina Hoffmann, Gian Luca Lastraioli, Meucci e Dino Villatico.

Seconda tavola rotonda del convegno (foto di Giulia Nuti)
Seconda tavola rotonda del convegno (foto di Giulia Nuti)

 

Le diverse esperienze e i diversi punti di visti, oscillanti tra un discreto pessimismo e un cauto ma sano ottimismo, non hanno provocato discussioni polemiche ma solo garbati interventi, anche da parte del pubblico, perché ha prevalso il piacere della condivisione dell’interesse e della passione per la cosiddetta musica antica, che di fatto risulta essere un fenomeno moderno, perché l’esecuzione di musiche del passato, anche remoto, è un fenomeno relativamente recente che di fatto si è sviluppato nel XX secolo.

In questo senso la prassi musicale storicamente informata è oramai un dato acquisito, ma i confini e i limiti cronologici di quella che viene considerata ‘musica antica’ variano e sono talvolta messi in discussione. Dove inizia è piuttosto chiaro ma non dove finisce, anche se convenzionalmente il Barocco dovrebbe essere il punto di arrivo, anche se con l’aggiunta di un punto di domanda.

Dalle interviste presenti in questo podcast suddiviso in tre parti emergono i temi e le riflessioni circolate nel corso della giornata, con i frequenti rimandi ai nomi dei pionieri storici di quello che si può definire il ‘movimento’ della musica antica, anche se non mancano i dubbi e qualche critica verso l’odierno status quo.

Gli esempi musicali presenti nelle interviste restituiscono parzialmente il momento culminante della giornata, ossia l’esecuzione del mottetto Ecce beatam lucem che ha coinvolto più di cinquanta musicisti disposti a ferro di cavallo su tre lati della sala, preceduta dal dialogo fra due organi con le variazioni del Ballo del Granduca, basate sulla musica di Emilio de’ Cavalieri creata per la fine del sesto intermedio da La Pellegrina. 

 Per arricchire il racconto di alcuni dei protagonisti di questo evento nel podcast sono stati inseriti anche alcuni interludi per chitarrone appositamente eseguiti fuoriscena e all’impronta da Michele Pasotti, alla fine della intensa e impegnativa giornata.

 

L'Homme Armée & Co. durante la breve prova del mottetto nella pausa del convegno (foto di P. Scarnecchia)
L'Homme Armée & Co. durante la breve prova del mottetto nella pausa del convegno (foto di P. Scarnecchia)

 

 40 voci per 40 anni

Ecce beatam lucem è un mottetto a 40 parti composto dal gentiluomo mantovano Alessandro Striggio, probabile rifacimento con testo latino di una precedente canzona forse scritta per celebrare la visita del cardinale Ippolito d’Este a Firenze, dove il compositore operava al servizio dei Medici.

Anche se nella descrizione dei festeggiamenti per le nozze del futuro duca Gugliemo V fatta dal cantante della corte bavarese Massimo Troiano nel 1568 non viene citato né il titolo né l’autore, si pensa che il riferimento a “un Motetto a quaranta voci, il quale fu degno d’ogni honore e laude” riguardi proprio Ecce beatam lucem, la cui esecuzione sarebbe dunque avvenuta a Monaco sotto la supervisione di Orlando di Lasso.

A Firenze, grazie alla collaborazione di numerosi colleghi e amici che con le proprie voci e strumenti hanno affiancato i cantanti dell’Homme Armé per festeggiare l’importante traguardo raggiunto quest’anno dall’ensemble fondato e diretto da Fabio Lombardo, il mottetto è risuonato due volte nell’Auditorium Sant’Apollonia perché con un interminabile applauso il pubblico ha espresso il desiderio di poterlo riascoltare.

 

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