9 compositori italiani e un canto per la rinascita

Una nuova commissione della Società del Quartetto di Milano, per celebrare il prossimo 6 ottobre la riapertura della stagione musicale

Canto della Rinascita - Sentieri Selvaggi
Sentieri Selvaggi Ensemble (foto di Laura Ferrari)
Articolo
classica

Celebrare la ripresa con la creazione di nuova musica: questo lo spirito dell’iniziativa promossa dalla Società del Quartetto di Milano, che ha coinvolto nove compositori italiani per salutare la riapertura della sua stagione musicale. Una nuova commissione e un concerto straordinario con un cast anch’esso tutto italiano per segnare la ripartenza di Milano e dell’Italia grazie a questo Canto della rinascita, la cui prima assoluta è prevista per il 6 ottobre nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano.

Nove affermati compositori per nove inediti inni alla vita e alla rinascita, una meditazione corale sull’emergenza Covid-19. Il lockdown del Paese, la quarantena per milioni di italiani, l’emergenza sanitaria e la scomparsa di migliaia di nostri concittadini costituiscono un profondo trauma collettivo che l’espressione artistica può contribuire a elaborare. Affidarsi quindi alla musica e dar voce agli artisti italiani attraverso una “chiamata” condivisa, della quale abbiamo parlato con Paolo Arcà, compositore e direttore artistico della stessa Società del Quartetto.

I compositori coinvolti in Il canto della rinascita saranno Marco Betta, Carlo Boccadoro, Silvia Colasanti, Michele Dall’Ongaro, Matteo D’Amico, Ivan Fedele, Carlo Galante, Fabio Vacchi, Paolo Arcà

Arcà - Canto della Rinascita
Paolo Arcà

Come è nata l'idea di questa nuova commissione collettiva che culminerà con il concerto del prossimo 6 ottobre?

«Per questo concerto, che costituirà l’inaugurazione della stagione 2020-21 della Società del Quartetto di Milano, l’idea di partenza è stata quella di mantenere accesa la fiammella della speranza di tornare presto a fare musica, in un momento in cui in nessuna parte del mondo risuonava più una sola nota eseguita dal vivo davanti a spettatori. Per alimentare questa fiammella la Società del Quartetto ha invitato nove compositori a scrivere nuove musiche che possano costituire dei segnali di ripartenza, che possano quindi esprimere la speranza vivissima di una rinascita dopo questo periodo tremendo di pandemia che ha sconvolto tutto il mondo. Un periodo buio, di lutti e tragedie, paura e disperazione, dove abbiamo dovuto fronteggiare un nemico subdolo, di cui non sapevamo nulla e che ci ha assalito di sorpresa. È stato un periodo in cui il mondo si è fermato, sospeso in una bolla, e in cui anche la musica è rimasta muta. I nove brani commissionati si comporranno quindi in un canto collettivo che abbiamo intitolato Il canto della rinascita e con il quale vorremmo appunto celebrare la speranza e il ritorno della musica dal vivo».

«L’idea di partenza è stata quella di mantenere accesa la fiammella della speranza di tornare presto a fare musica, in un momento in cui in nessuna parte del mondo risuonava più una sola nota eseguita dal vivo davanti a spettatori».

«E quindi nel concerto del 6 ottobre prossimo saranno eseguite nove composizioni in prima esecuzione assoluta di autori italiani, dove la musica nuova che nasce allude alla rinascita della vita e della speranza. L’appuntamento del 6 ottobre è nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano, in occasione dell’inaugurazione della nuova stagione, la prima dopo la sospensione dei concerti imposta dall’emergenza Covid-19. Abbiamo scelto di aprire con un evento artistico che non ripropone musiche del passato, ma offre una festosa ghirlanda di musica nuova eseguita da un ensemble di sei strumenti, con le voci di un soprano e di un mezzosoprano».

Quali sono stati i criteri che vi hanno guidato nella scelta dei nove autori coinvolti?

«Il panorama della composizione in Italia è oggi assai variegato e ricco, con molti autori interessanti e un’estrema varietà di linguaggi, stili e posizioni estetiche. Abbiamo dunque invitato autori molto rappresentativi del panorama nazionale, tutti accomunati da un’idea di musica capace di comunicare emozioni e un messaggio positivo di speranza. E quindi ecco la presenza di Marco Betta, Carlo Boccadoro, Silvia Colasanti, Michele Dall’Ongaro, Matteo D’Amico, Ivan Fedele, Carlo Galante, Fabio Vacchi e io stesso, su invito della presidente Ilaria Borletti Buitoni, che ha sostenuto con entusiasmo questo progetto. E ringrazio vivamente tutti i compositori che hanno aderito immediatamente alla nostra proposta».

Anche tu dunque sei tra gli autori "arruolati" in questa iniziativa: come state organizzando il lavoro di composizione? Per esempio, dal punto di vista del linguaggio, vi state confrontando su linee comuni oppure ognuno di voi sviluppa la sua scrittura in maniera indipendente?

«Ciascuno procede secondo il proprio estro e la propria sensibilità. La parola d’ordine con cui è nato questo progetto è libertà: massima libertà di linguaggi e forme, massima libertà per i testi scelti da ciascun autore, a testimonianza della vitalità e della ricchezza della musica d’oggi, con l’obiettivo comune di una scrittura di forte presa comunicativa ed emotiva, che esprima gioia e speranza, pur nella coesistenza delle differenze stilistiche individuali. Credo che la pluralità di linguaggi e stili produrrà un risultato musicale assai variegato. Avremo infatti due brani solo strumentali, di Dall’Ongaro e Boccadoro, e altri sette pezzi per i quali gli autori si sono serviti di testi di diversa provenienza e atmosfera, scelti in base alle affinità intellettuali e poetiche di ciascuno. D’Amico ha attinto alle Rime d’amore di Torquato Tasso, Colasanti ha scelto un testo della poetessa contemporanea Mariangela Gualtieri, Betta uno dello scrittore Massimo Camarrone, Fedele ha scelto due haiku giapponesi, Vacchi una poesia di Arthur Rimbaud e Galante si è avvalso di un collage di testi di Proust, Leopardi, Manzoni, Baudelaire e altri. Con alcuni titoli, in particolare, si allude alla speranza della rinascita: Abbraccio, Dopo, Win, Aforismi di guarigioneAlleluia. Il programma, della durata complessiva di un’ora circa, costituirà un interessante percorso nella musica italiana dei nostri giorni».

Quali sono e come sono stati scelti gli artisti coinvolti per l'esecuzione di questa nuova commissione in occasione del concerto del 6 ottobre?

«Lo spunto di partenza, come ho detto, è stata quella di un grande canto collettivo e di un mosaico di musiche nuove e diverse. Pertanto fondamentale in questo progetto è il ruolo della voce, e a tale scopo ci siamo assicurati la presenza di due grandi artiste, il soprano Carmela Remigio e il mezzosoprano Monica Bacelli, entrambe caratterizzate da una vocalità espressiva ed emozionante. In più, uno dei brani, quello della Colasanti, impiegherà la voce recitante di un attore straordinario come Elio De Capitani. Per l’ensemble strumentale ho chiamato Sentieri selvaggi, un gruppo di sei strumentisti, diretto da Carlo Boccadoro, un ensemble che nel panorama italiano vanta una lunga tradizione di esecuzione e che ha sempre prestato grande attenzione a tutte le molteplici tendenze estetiche della musica d’oggi».

Carmela Remiglio (foto di Mirco Panaccio) canto della rinascita società del quartetto
Carmela Remiglio (foto di Mirco Panaccio)

Come hanno impattato le misure legate all'emergenza Covid-19 sulla vostra attività?

«La sospensione di tutti i concerti, a partire dal 23 febbraio scorso, è stata molto dolorosa sia per gli artisti sia per il pubblico. Stiamo per ripartire nel rispetto di tutte le norme, perché pensiamo che in questo momento sia necessario garantire la massima sicurezza per artisti, pubblico e per tutte le persone coinvolte nella organizzazione di un concerto. Ci atterremo scrupolosamente alle regole relative alle limitazioni dei posti, all’uso delle mascherine, al distanziamento interpersonale, all’igienizzazione ambientale e personale, e così via. Ma, allo stesso tempo, con questo Canto della rinascita e con gli altri appuntamenti che seguiranno nella stagione ci poniamo l’obiettivo primario di restare fedeli alla grande tradizione del Quartetto, continuando a proporre al nostro pubblico ascolti musicali di eccellenza, per testimoniare che la fiammella della musica può dare un contributo straordinario di conforto e arricchimento spirituale, anche nei periodi più bui e difficili. Cominciamo dunque con un grande canto di speranza, in attesa fiduciosa della liberazione definitiva».

«Cominciamo dunque con un grande canto di speranza, in attesa fiduciosa della liberazione definitiva».

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