Le ultime novità di Stockhausen

Dissonanze, festival che sperimenta i rapporti tra creatività e tecnologia in campo musicale, ha offerto un'anteprima con due pezzi elettronici di Karlheinz Stochausen, tra cui una novità assoluta appositamente commissionata.

Recensione
Auditorium Parco della Musica Roma
Karlheinz Stockhausen
07 Maggio 2007
Quello che il festival Dissonanze ha offerto come sua anteprima al Parco della Musica era qualcosa che esulava non tanto dal rito tradizionale del concerto quanto dalle stesse modalità tradizionali di ascoltare la musica. È stata piuttosto l'esperienza di nuovi suoni e soprattutto di nuovi sistemi di organizzare i suoni, che creavano uno spazio sonoro fantastico in continuo movimento e immergevano l'ascoltatore in esperienze acustiche mai provate prima. Due i pezzi in programma, entrambi di Karlheinz Stockhausen. Il primo, Wednesday Greeting, del 1998, è l'elaborazione di una scena di Licht, l'enorme ciclo dedicato ai sette giorni della settimana che ha impegnato il compositore per 27 anni. L'ascoltatore è avvolto, irretito, disorientato, ipnotizzato dalla lentezza con cui i suoni cambiano e dal loro lento vagare nello spazio tra i quattro gruppi di altoparlanti posti ai della sala. L'esperienza più insolita è la perdita della cognizione del tempo, per cui alla fine non si saprebbe dire se sono trascorsi pochi minuti o qualche ora. Il secondo pezzo, Cosmic Pulses, è una novità assoluta e fa parte di Klang, un nuovo ciclo dedicato alle 24 ore del giorno. Gli effetti elettronici del pezzo precedente impallidiscono di fronte al virtuosismo nell'uso di otto gruppi di altoparlanti (ma sembrano anche di più) che trasformano i suoni, li fanno correre e rimbalzare da un lato all'altro della sala, li fanno apparire, svanire e ricomparire. Se il pezzo precedente era all'insegna della lentezza, qui tutto avviene con velocità e complessità frastornanti: questa iperattività sonora è all'opposto dell'immobilità contemplativa del pezzo precedente, ma il risultato è comunque la perdita del senso del tempo. Il settantanovenne Stockhausen sembra ritornato giovane e alla fine decine di ragazzi - età e abbigliamento da concerto rock - lo circondano per chiedergli illuminazioni su quanto hanno ascoltato e per esprimergli a loro volta le proprie sensazioni.