PODCAST | Early Music Stories #125

La conclusione del Monteverdi Festival di Cremona con l’Ercole amante di Cavalli

Ercole Amante di Francesco Cavalli  © Teatro Ponchielli - Lorenzo Gorini
Ercole Amante di Francesco Cavalli © Teatro Ponchielli - Lorenzo Gorini
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Il Monteverdi Festival di Cremona inaugurato con Il ritorno di Ulisse in patria, si è concluso alla fine di giugno con l’Ercole amante di Francesco Cavalli, uno dei capolavori del musicista considerato allievo di Monteverdi. L’opera su libretto di Francesco Buti fu concepita come dono per i festeggiamenti successivi delle nozze di Luigi XIV con l’infanta di Spagna Maria Teresa d’Asburgo, e venne presentata a Parigi nel Teatro delle Tuileries nel 1662.

Come è noto nel grande spazio della cosiddetta Salle à machines, per assecondare il gusto della corte francese tra un atto e l’altro della “tragedia in un prologo e cinque atti” vennero inserite le entrées de ballet di Lully danzate anche dal re nei panni di Plutone, Marte e il Sole. Il monarca preferì le musiche del giovane e ambizioso artista fiorentino, e le coreografie di Benserade, all’opera del famoso compositore di scuola veneziana, ma oggi a distanza di oltre tre secoli l’Ercole amante di Cavalli risalta in tutto il suo splendore.

L’opera è stata eseguita nel Teatro Ponchielli dall’Orchestra e Coro Monteverdi Festival – Cremona Antiqua diretti da Antonio Greco con la regia di Andrea Bernard,  e i suoi numerosi personaggi sono stati interpretati da Renato Dolcini (Ercole), Paola Valentina Molinari (Venere, Bellezza, Cinzia), Hilary Aeschliman (Iole), Theodora Raftis (Giunone),  Jorge Navarro Colorado (Hyllo), Shaked Bar (Deianira), Federico Sacchi (Nettuno, Ombra di Eutyro), Chiara Nicastro (Pasithea), Danilo Pastore (Licco), Maximiliano Danta (Paggio), Matteo Straffi (Mercurio), Arrigo Liverani Minzoni (Tevere), e Benedetta Zanotto, Giorgia Sorichetti, Isabella Di Pietro (Tre Grazie).

Nella prima parte del podcast il direttore presenta le principali caratteristiche storiche e musicali dell’opera, mentre nella seconda il regista sottolinea come l’opera di Cavalli e più in generale il teatro musicale barocco siano una grande fonte di ispirazione artistica. Gli esempi musicali presenti nelle due interviste sono stati registrati durante la prova generale.

 

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