Il sonno di Idomeneo

Nuova produzione di Ingo Kerkhof all’Estate mozartiana di Mannheim

Recensione
classica
Mannheimer Mozartsommer
Wolfgang Amadeus Mozart
27 Luglio 2016
La grande stanza di un palazzo con le ferite di un conflitto, una grande tela con un mare in tempesta sul fondo e un uomo, spalle al pubblico, che la contempla pensoso. È re Idomeneo, sopravvissuto alla tempesta, forse solo immaginata, di ritorno da una guerra forse mai davvero combattuta. Nella grande stanza si muovono quelli che forse sono solo i mostri generati dal suo sonno: l’assassinio sacrificale del figlio, un mostro marino che prende la forma di acqua che cola abbondante sulla grande tela, la violenza del sacerdote di Nettuno (in clergyman) che lo spinge a compiere il voto per calmare la furia divina, la rinuncia al trono in un lento movimento verso la fine. Ingo Kerkhof lo vede così il suo “Idomeneo”, produzione di punta dell’Estate mozartiana di Mannheim e ultima della decennale gestione di Klaus-Peter Kehr. Uno spettacolo ben costruito nell’impianto fisso della scena di Dirk Becker con begli effetti luce di Sebastian Alphons, con solo qualche sbavatura negli oramai triti stereotipi riproposti con scarsa convinzione. Per l’occasione, si ritrova in buca il direttore musicale uscente del teatro Dan Ettinger, che ha lavorato soprattutto sul suono pieno e levigato dell’Orchestra del Nationaltheater in linea con la lezione delle prassi storicamente informate, ma che difetta un poco sull’incisività dei tempi, in generale fin troppo distesi. Tempi che scoprono qualche fragilità nella distribuzione vocale con Idamante trascritto per tenore come da versione viennese del 1786. E per l’appunto l’Idamante di Juhan Tralla risulta il soggetto debole della locandina, così come l’Elettra di Cornelia Ptassek: voci sfuocate e prive di proiezione, per tacere di un fraseggio a dir poco abborracciato. Molto meglio l’Idomeneo di Mirko Roschkowski, molto espressivo ma privo delle agilità necessarie in “Fuor del mar”, e soprattutto l’Ilia di Eunju Kwon. Fra i ruoli minori, si fa notare l’Arbace di James Elliott nell’aria “Se il tuo duol, se il mio desio”. Di spessore la prova del coro del Nationaltheater, istruito da Francesco Damiani, impiegato in scena, fuori scena e in sala con interessanti effetti di spazialità sonora. Nonostante l’estate e la stagione ormai agli sgoccioli, il pubblico è folto e tributa un caloroso successo a tutti i numerosi interpreti.

Note: Nuova produzione del Nationaltheater di Mannheim per il Mannheimer Mozartsommer. Date rappresentazioni: 16, 18, 20, 27 luglio; 28 settembre, 2, 6, 20 ottobre 2016.

Interpreti: Mirko Roschkowski (Idomeneo), Juhan Tralla (Idamante), Eunju Kwon (Ilia), Cornelia Ptassek (Elettra), James Elliott (Arbace), David Lee (il gran Sacerdote di Nettuno), Ciprian Marele (La voce dell’oracolo di Nettuno), Amelie Petrich e Babett Dörste-Ewald (Due cretesi), Jeongkon Choi, Daniel Claus Schäfer (Due troiani), Annette Nora Wolf (La sconosciuta)

Regia: Ingo Kerkhof

Scene: Dirk Becker

Costumi: Inge Medert

Orchestra: Orchester des Nationaltheaters Mannheim

Direttore: Dan Ettinger

Coro: Chor des Nationaltheaters Mannheim

Maestro Coro: Francesco Damiani

Luci: Sebastian Alphons

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