Tragedie a lieto fine

A Venezia inedito dittico coniugale di Hazon e Wolf Ferrari

Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Roberto Hazon
31 Gennaio 2016
È Carnevale ma alla Fenice non è tempo di risate, al massimo di un sorriso. Mentre il teatro maggiore accoglie i rigori protestanti del verdiano “Stiffelio”, al Malibran va in scena un inedito dittico che si apre con la pressoché scomparsa “Agenzia matrimoniale” di Roberto Hazon e la più nota “Il segreto di Susanna” di Ermanno Wolf Ferrari. Le separa mezzo secolo di storia, ma le unisce un comune rifiuto delle avanguardie musicali, che per Wolf Ferrari erano quelle della seconda scuola viennese e per Hazon quelle dei circoli di Darmstadt. Due partiture deliziosamente retró che mettono in scena ordinarie tragedie coniugali a lieto fine. Nell’operina di Hazon la tragedia è quella dell’Argia Crippetti in arte Fulgenzi, che si dà arie da grande attrice ma che fa la guardarobiera in un cabaret ed è in cerca disperata di marito. Lui, l’Adolfo Scoccabissi, modesto assicuratore in incognito, la cerca “fine, illibata, timida e pudica”. Lei si butta, lui scappa a nozze organizzate, lei dice di voler prendere il Veronal ma lui torna per caso per venderle una polizza sugli incendi e sulla vita e così la salva. Svelate le grame esistenze, lui le chiede la mano e lei lo esorta a assicurarla contro gli incendi perché: “io brucio di passion!” Dal fuoco dell’Argia al fumo di Susanna per la storia di gelosia e conversione al piacere effimero della sigaretta dell’operina di Wolf Ferrari. Le tracce di fumo alimentano il tremendo sospetto di tradimento ma l’arcano si scioglie e Gil e la casta Susanna suggellano la ritrovata unione cantando “Tutto è fumo a questo mondo”, che oggi rischia di suonare terribilmente trasgressivo. Spettacolo agile e spigliato guidato dall’esperienza di Bepi Morassi e affidato per scene e costumi alla fresca creatività degli studenti dell’Accademia di Belle Arti secondo una formula oramai consolidata del teatro veneziano. Un semplice fondale, pochi elementi di attrezzeria, costumi d’epoca ricercati e oggetti appesi in aria per i mondi immaginati delle due protagoniste (di bell’impatto visivo le tre file di costumi teatrali per quello dell’Argia). Cast vocale composito con due accattivanti protagoniste: Gladys Rossi, che rende con ironico distacco il tardopuccinismo estenuato di Argia, e Arianna Vendittelli, scoppiettante Susanna vocalmente un po’ esile. Bruno de Simone smorza la tradizionale esuberanza comica per un Gil di senile debolezza. In Hazon, incisiva l’apparizione di Elisabetta Martorana nel cameo della barbona, qui fasciata nel lamé. Enrico Calesso guida l’efficace Orchestra della Fenice con avvolgente eleganza. Il pubblico folto e divertito non lesina sugli applausi.

Note: Nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice nel 10° anniversario della morte di Roberto Hazon. Progetto «Atelier della Fenice al Teatro Malibran» in collaborazione con la Scuola di scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Date rappresentazioni: 23, 26, 31 gennaio, 2, 4 febbraio 2016.

Interpreti: [Agenzia matrimoniale] Gladys Rossi (Argia Crippetti), Armando Gabba (Adolfo Scoccabissi), Elisabetta Martorana (La barbona), Lieta Naccari (La segretaria); [Il segreto di Susanna] Arianna Vendittelli (Susanna), Bruno de Simone (Il conte Gil), Davide Tonucci (Sante)

Regia: Bepi Morassi

Scene: Sebastiano Spironelli

Costumi: Caterina Righetti

Orchestra: Orchestra del Teatro La Fenice

Direttore: Enrico Calesso

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