Sulle orme di Gualberto Magli, il castrato dei Medici

Al Bologna Festival debutta con successo il controtenore Raffaele Pè

Recensione
classica
Bologna Festival Bologna
24 Ottobre 2014
Il panorama dei cantanti falsettisti è in continua evoluzione e i risultati artistici raggiunti oggi erano impensabili solo vent’anni fa. Tra i nomi emergenti, il lodigiano Raffaele Pè, controtenore men che trentenne, fattosi notare nel 2012 per il cd Resonus di cantate italiane intitolato “Bella dama”, ora in tournée con il programma di un nuovo cd Glossa dedicato al repertorio di Gualberto Magli, capostipite fra i castrati dedicatisi all'opera: ci sono Monteverdi, nel cui “Orfeo” cantò probabilmente la Musica, la Speranza e Proserpina, poi Caccini, di cui fu allievo, Montesardo, Lambardi e Nauwach. Al contrario di molti suoi colleghi, la voce di Pè è particolarmente gradevole e brillante in zona centrale, non difetta in volume sonoro, ha buona intonazione, ricorre solo di rado a suoni fissi, riesce a sviluppare una notevole espressività e vanta potenzialmente una dizione chiara e nitida, come dimostrato nell’unico brano in lingua tedesca, in cui ogni consonante risultava ben spiccata; nei testi italiani, Pè tende invece a sfumare l’articolazione sillabica, temendo forse di perdere in morbidezza di suono. Eccelle nel canto patetico, accompagnato da una mimica gestuale che pare studiata sulla pittura barocca; la voce rischia invece di stimbrarsi nello stile brillante, come abbiamo verificato in una canzonetta di Francesca Caccini, forse troppo acuta e leggera per le sue corde. Nel complesso uno dei controtenori più interessanti dell’ultima generazione. Lo accompagnavano con straordinaria eleganza e discrezione l’arpista Chiara Granata e il tiorbista Franco Pavan, impegnati anche in vari assoli. Fra i brani in programma, una stravaganza: il celebre sonetto petrarchesco “Solo e pensoso” nell’intonazione di Alessandro Ciccolini, classe 1974: un'erudita composizione moderna (2013) in stile barocco, che costituiva forse il brano più interessante dell’intera serata.

Note: Programma: CLAUDIO MONTEVERDI, da La favola di Orfeo: "Dal mio Permesso amato", "Ecco l'atra palude", "Signor, quell'infelice"; JEAN DE MACQUE, "Durezze e ligature"; SIGISMONDO D'INDIA, "Ancidetemi pur, dogliosi affanni"; JOHANNES HIERONYMUS KAPSBERGER, "Toccata arpeggiata"; GIULIO CACCINI, "Amarilli, mia bella"; FRANCESCA CACCINI, "Dispiegate guance amate"; GIOVANNI TRABACI, "Toccata seconda per l'arpa"; GIROLAMO MONTESARDO, "Hor che la nott'ombrosa"; FRANCESCO LOMBARDI, "O felice quel giorno"; ALESSANDRO CICCOLINI, "Solo e pensoso"; JOHANN NAUWACH, "Jetzund kömpt die Nacht herbey"

Interpreti: Raffaele Pè (controtenore), Chiara Granata (arpa doppia), Franco Pavan (tiorba)

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