La grande bellezza di Rovereto

Riapre dopo dodici anni il Teatro Zandonai con la Nona di Beethoven

Recensione
classica
Teatro Zandonai Rovereto
18 Ottobre 2014
«È la nostra grande bellezza, motivo di orgoglio per essere riusciti a completare quest'opera. Il Teatro è tornato». Con un discorso breve e non retorico il giovane sindaco di Rovereto Andrea Miorandi apre la serata d'inaugurazione del rinnovato Teatro Zandonai. Gioiello settecentesco che non supera i 500 posti, viene restituito alla città nel suo antico splendore dopo dodici anni di lavori e polemiche che non hanno risparmiato nemmeno la prima serata, vuoi per i troppi biglietti omaggio ai vip (gli inopportuni applausi dopo ogni movimento della sinfonia aumentavano il dubbio), vuoi per la mancanza di musica lirica in un teatro dedicato all'operista roveretano Riccardo Zandonai, vuoi per il mancato acquisto della conchiglia acustica. «La conchiglia è nelle previsioni di acquisto del 2015 – ci spiega Miorandi in una gentile intervista concessa a pochi minuti dall'inaugurazione – per il momento verrà noleggiata, anche per testare la tipologia. É un piccolo passo per scegliere la migliore. Per il programma di questa sera abbiamo lavorato con l'orchestra regionale ad una serie di ipotesi e abbiamo deciso per la Nona di Beethoven quale brano significativo a suggello dell'evento. Zandonai sarà valorizzato con qualcosa di speciale il prossimo anno: un grande momento, un periodo dedicato al musicista. L'amministrazione comunale ha recentemente acquistato il lascito Zandonai dalla figlia del compositore e cercherà di valorizzarlo». Polemiche o meno, all'apertura del sipario un applauso pieno e caloroso ha accolto l'Orchestra Haydn e il coro del Teatro Municipale di Piacenza posizionati sul palco e in piedi, in un'emozione che ha toccato tutti mentre gli occhi ammiravano la bellezza di questo teatro. Arvo Volmer, nuovo direttore musicale della Haydn, dimostra subito un grande affiatamento con l'orchestra e restituisce una lettura della Nona molto energica e sonora, quasi romantica, che non disturba ma anzi ben si accorda all'aria elettrizzante dell'apertura, quasi la musica vibrasse per simpatia con l'energia carica dell'ambiente. E così la sinfonia si trasforma: l'esplosione iniziale scioglie un'attesa durata lunghi anni, il fugato dello Scherzo gioca sulle assenze, il terzo movimento si trasforma da ieratico in luminosa celebrazione ed il Finale raggiunge una concitazione forse ardua per i solisti che hanno comunque reagito bennissimo. La voce in questo teatro corre splendidamente, l'aspettativa per la lirica cresce. Ottima apertura, «momento sublime – come dichiara Volmer in camerino a fine serata - in tempi dove i teatri chiudono».

Interpreti: Sabina von Walther, soprano; Annely Peebo, mezzosoprano; Dominik Wortig, tenore; Sebastian Holecek, basso baritono

Orchestra: Orchetsra Haydn di Bolzano e Trento

Direttore: Arvo Volmer

Coro: Coro del teatro Municipale di Piacenza

Maestro Coro: Corrado Casati

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