Un "Trovatore" al museo

Daniele Gatti dirige a Salisburgo Netrebko, Meli e Rucinski

Recensione
classica
Salzburger Festspiele Salisburgo
Giuseppe Verdi
24 Agosto 2014
Non sapremo mai se il regista lettone Alvis Hermanis si precipiterà a dicembre al cinema per l'uscita di “Una notte al museo 3”. Certo, è che deve aver visto i primi due. È infatti alla commedia di Shawn Levy che si ispira il suo “Trovatore”. Tutto si svolge in un museo in cui coabitano due mondi: di giorno, quello dei guardiani e delle visite guidate, di notte quello in cui gli eroi dei quadri prendono vita. E i personaggi passano dall’uno all’altro universo: basta togliersi la divisa blu e indossare un velluto rosso medievaleggiante per passare dall’altra parte. L’idea in effetti ha il merito di calzare alla drammaturgia del “Trovatore” in cui il passato non è rilegato al solito antefatto: quasi tutti i protagonisti hanno qualcosa da raccontare e il fatto di vedere Ferrando o Azucena spiegare un’opera d’arte ad un gruppo di visitatori funziona. Purtroppo, il meccanismo si inceppa dopo un’ora, scivolando nel “tema e variazioni”. Con il cast, tocchiamo vette altissime. Una siderale Anna Netrebko conferma di avere trovato in Verdi il repertorio in cui sguazza a meraviglia: la sua è una Leonora dal timbro scuro e dal carattere deciso, drammatico. La affianca un bravissimo Francesco Meli: un Manrico sempre elegante, agile, che non forza mai. La vera sorpresa della serata è, però, il baritono Artur Rucinski: sin dal suo apparire su scena, elettrizza per un misto perfetto di controllo tecnico, musicalità e potenza. Difficile immaginare un Conte di Luna più esaltante. Ma come non rendere omaggio a Daniele Gatti? Non è in fondo lui il vero magistrale burattinaio di questa produzione (almeno musicalmente) da manuale? I Wiener, sotto la sua bacchetta, respirano, senza mai stagnare. Una rapidissima e raffinata “Di quella pira” suggella una lettura sempre tesa e mai volgare.

Note: Il baritono polacco Artur Ruciński sostituisce l'annunciato Plácido Domingo, indisposto.

Interpreti: Anna Netrebko (Leonora), Francesco Meli (Manrico), Artur Ruciński (Il conte di Luna), Marie-Nicole Lemieux (Azucena), Riccardo Zanellato (Ferrando), Ines (Diana Haller).

Regia: Alvis Hermanis

Scene: Alvis Hermanis

Costumi: Eva Dessecker

Orchestra: Wiener Philharmonilker

Direttore: Daniele Gatti 

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Il 16 marzo il maestro napoletano ha diretto l’Orchestra Giovanile “Luigi Cherubini” al teatro “G.B. Pergolesi“ di Jesi

classica

Al Teatro Real La passeggera di Mieczyslaw Weinberg

classica

Tempo Reale Festival apre con un concerto monografico per Luigi Nono (1924-1990)