St. Vincent santa subito

Annie Clark convince a Milano, fra Neil Young, Ribot e Pop Group

Recensione
pop
DNA Concerti Milano
23 Novembre 2011
23 novembre 2011: ultimo concerto pomeridiano dell’attuale stagione di Music Club (i prossimi concerti – Thurston Moore il 9/12 e Gianmaria Testa il 13/12 si terranno in prima serata) è cominciato con la mini-performance dell’insipida cantautrice gallese Cate Le Bon ed è continuato con il concerto di Annie Erin Clark, in arte St. Vincent, cantante e chitarrista che con il recente album [i]Strange Mercy[/i] sta guadagnando credito e attenzione dappertutto. Le qualità di Miss Clark sono evidenti: una bella voce – duttile e incisiva – e un piglio sicuro sullo strumento, Tra i guitar heroes che la hanno influenzata durante l’adolescenza la musicista cita Neil Young ma attualmente si sente più attratta dallo stile aggressivo - e al contempo evocativo - di Marc Ribot. La performance si apre con una bella versione di “Surgeon”, che rompe il ghiaccio con efficacia. St. Vincent domina, con vocalizzi e riff secchi, saturi, taglienti. Nello stile di questa musicista – ad esempio in pezzi come “Cheerleader”, secondo brano in scaletta - ci sono echi che richiamano figure recenti (Cat Power, Joan As Police Woman) o “classiche” come Joni Mitchell, Kate Bush, Bjork. La band è legnosa, e a tratti inerte: tutto è demandato alla bandleader, che spicca per temperamento e malcelata indole nervosa. Dopo un inizio folgorante il concerto si assesta su energie livellate, per poi riprendere vigore con “Year of the Tiger”. Folgorante la cover de “She’s Beyond Good and Evil” (di Pop Group, band nata a Bristol nel 1978), che rispetto all'originale acquista in dinamismo. Gran finale con delirio rumorista e l’irrequieta St. Vincent che scende tra il pubblico, tormentando con sadico piacere la sua povera chitarra.

Note: Teatro dal Verme (MI) - Rassegna Music Club 2011

Interpreti: St. Vincent (Annie Erin Clark) - voce e chitarra, Matthew Johnson – batteria, Daniel Mintseris – tastiere, Toko Yasuda – tastiere, Cate Le Bon – cori

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