C'è soundscape e soundscape

Tempo Reale Festival porta a Firenze gli scenari sonori del progetto Listening Cities

Recensione
oltre
Tempo Reale Firenze
11 Ottobre 2011
Viene naturale parafrasare il titolo della pionieristica trasmissione televisiva di Luciano Berio "C'è musica e musica", per riassumere in due parole la serata proposta dal Tempo Reale Festival nella suggestiva Limonaia di Villa Strozzi di Firenze. Un avvolgente viaggio acusmatico dedicato alle nuove generazioni di ricercatori del “paesaggio sonoro”, che accompagna il pubblico dall'America all'Antartide, passando per l'India, in cinque scenari da immaginare a occhi rigorosamente chiusi. La partenza è affidata a "Oceana", che l'inglese Stephen Kilpatrick ha realizzato accostando riprese sonore fatte sia su una spiaggia assolata vicino Los Angeles che in una Manchester ricoperta di neve, con l'intenzione di evocare, e in qualche modo riconciliare, paesaggi distanti e contrastanti, tra suoni assordanti e glaciali che virano su atmosfere rilassate. Più diretta e travolgente l'interpretazione sonora intitolata "Icarus" di Apostolos Loufopoulos: il battito di ali, il volo, il vorticoso precipitare e infine la memoria del vuoto prima di morire appaiono emozioni nitide e tragicamente reali. Con un volo pindarico si arriva in India per il successivo "Superfield" di Craig Vear, che cattura istintivamente grazie alle voci di bambini, stratificate tra i rumori del traffico e del mercato. Panorami di suoni che restituiscono così i luoghi, prima di avvertire il suono rasserenante e vellutato di un sarangi che lascia in chi ascolta una piacevole sensazione di stupore. Più difficile a questo punto farsi conquistare dagli ultimi due interventi, "Instant of a crystal glass" di Theodoros Lotis e "Ice" di Stephen Davismoon che, seppur interessanti, appaiono rimanere impigliati in un gioco meramente estetico. A dimostrare che anche tra soundscape e soundscape la differenza c'è e si sente.

Interpreti: Stephen Davismoon e Andreas Mniestris, regia del suono Stephen Kilpatrick, Oceana (2009) Apostolos Loufopoulos, Icarus (2006) Craig Vear, Superfield [Mumbai] (2009) Theodoros Lotis, Instant of a crystal glass (2007) Stephen Davismoon, Ice (2011)

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

oltre

Mario Brunello e Stefano Mancuso protagonisti di un denso dialogo tra l’armonia degli alberi e le radici della musica di Bach

oltre

Passaggio italiano per il trio sloveno Širom, sempre imperdibile per gli amanti delle musiche avventurose

oltre

Lo spettacolo Mondi possibili presentato dalla Fondazione Toscanini di Parma trasforma il tema dell’accessibilità in emozione