Un’Aida per tutte le stagioni

Firenze: una protagonista emozionante e un prudente debutto registico

Recensione
classica
Maggio Musicale Fiorentino Firenze
Giuseppe Verdi
28 Aprile 2011
Il 74° Maggio Musicale Fiorentino si è inaugurato con un’ora di ritardo per la protesta della CGIL, maggioritaria fra i tecnici, conseguenza di relazioni sindacali assai critiche, dando spazio al siparietto un po’ grottesco introdotto dal sindaco Matteo Renzi e svoltosi come intervista della sovrintendente Francesca Colombo ai firmatari dello spettacolo, Zubin Mehta, Ferzan Ozpetek e Dante Ferretti. Poi Aida, scelta insolita per aprire il festival fiorentino, a meno di operazioni reinterpretative che non ci sono state. All’interno della scena sobriamente monumentale di Dante Ferretti, il regista delle Fate ignoranti, al suo debutto nell’opera, non ha corso rischi, scegliendo un’impostazione rigorosamente frontale, con coro e figuranti che si dispongono disciplinatamente sulle ali, e orpelli e drappelli in misura conveniente, così che il suo pensiero registico, dove emerge, finisce per stridere un po’ con il resto, ad esempio nel misterioso rito di sangue del secondo quadro, e ancor più nel Trionfo, sostituito con l’apparizione di una bimba smarrita e insanguinata. Ma è stato comunque un allestimento gradevole e molto, molto applaudito. Mehta fa la sua Aida di sempre, a tratti turgida e decorativa, a tratti intima e lunare; nel quartetto dei protagonisti l’unica fonte di emozioni vere è l’Aida intensa e luminosa di Hui He, per Marco Berti e Luciana D’Intino resta la sensazione di artisti che fanno bene quanto dovuto, facendo comunque rimpiangere ruoli e profili vocali a loro più consoni. Statuario l’Amonasro di Ambrogio Maestri, di gran presenza vocale Ramfis e il Re, Giacomo Prestia e Roberto Tagliavini. Molto successo per tutti, esteso anche a orchestra e coro e a Maggiodanza per l’atletico agone, firmato da Francesco Ventriglia, del ballabile del Trionfo.

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