Medea rusticana

Cherubini con la Antonacci: inaugura il Regio di Torino

foto Teatro Regio Torino / Ramella e Giannese
foto Teatro Regio Torino / Ramella e Giannese
Recensione
classica
Teatro Regio Torino
Luigi Cherubini
05 Ottobre 2008
Si inaugura l‘anno della lirica tagliata dal Governo. Al Regio di Torino il terrore non è ancora manifesto, anzi: ciclo di film su Medea al Museo del Cinema, diretta in alta definizione al Cinema Massimo la sera della prima “mondana”. Ben fatto. Uno spettacolo come spesso accade troppo ben parlato prima che vada in scena: Antonacci nel cast, Pidò sul podio, De Ana regista in un teatro senza direzione artistica. Ad apertura di sipario, mentre comincia la splendida partitura di Cherubini, che il direttore conosce bene e che cerca di realizzare nelle sue bellezze con l’Orchestra del Regio, c’è una spiaggia greca un po’ atlantica, poi arriva la nave degli Argonauti, spiaggiata ormai dopo un esausto viaggio carico del Vello d’Oro come di tradimenti, sangue e oscuri presagi. I costumi sono anni Venti, tipo pic nic à la plage di ricchi inglesi à la page. Glauce (Cinzia Forte) è tenera e chic e già se lo sente… e la Medea di Anna Caterina Antonacci quando emerge con la sua voce addolorata e feroce in assolvenza dal cicalare cretino della corte è formidabile: la diva ha flessibilità, classe, sul palco, un bel declamato, ma sulle prove più micidiali di belcanto si fa prudente. Dopo di che, più avanti, il Giasone di Giuseppe Filianoti si muove pacchiano con la giacca sulla spalla come un tenore verista, Medea rimane vestita di gramaglia sicula, i gesti teatrali sono spesso goffi e banali. La scena cambia poco (risparmi?). Un’opera così splendidamente irrisolta tra ieraticità settecentesca e pancia tragica ottocentesca ci arriva cantata, pur se sopratitolata, nell’italiano assurdo del pucciniano Zangarini, da un 1909 che nella “Fanciulla del West” ha un senso ma che qui davvero danneggia Cherubini. Molto in parte Sara Mingardo come ancella Neris.

Interpreti: Anna Caterina Antonacci, Giuseppe Filianoti, Cinzia Forte, Sara Mingardo

Regia: Hugo de Ana

Scene: Hugo de Ana

Costumi: Hugo de Ana

Orchestra: Orchestra del Teatro Regio

Direttore: Evelino Pidò

Coro: Coro del Teatro Regio

Maestro Coro: Roberto Gabbiani

Luci: Pascal Merat

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Piace l’allestimento di McVicar, ottimo il mezzosoprano Lea Desandre

classica

A Bologna l’opera di Verdi in un nuovo allestimento di Jacopo Gassman, al debutto nella regia lirica, con la direzione di Daniel Oren

classica

Napoli: il tenore da Cavalli a Provenzale