Un "ritorno" vivace e surreale

"Il ritorno di Don Calandrino" è approdato al Municipale di Piacenza. Questo "intermezzo in musica" di Cimarosa appare come un frutto del proprio tempo, per i rimandi al repertorio operistico del Settecento. Rimandi che condiscono un intreccio fondato sul "classico" incrocio di due coppie d'amanti. Muti valorizza le dinamiche della partitura evidenziandole con carattere e sensibilità. Regia carica di colori e saltimbanchi. Successo calorosissimo.

Recensione
Teatro Municipale Piacenza
Domenico Cimarosa
29 Dicembre 2007
"Il ritorno di Don Calandrino" è approdato al Municipale di Piacenza, con il suo carico successo (Salisburgo, Ravenna e Pisa). Questo "intermezzo in musica" che Cimarosa ha creato su libretto di Petrosellini – andato in scena a Roma nel 1778 – appare come un frutto del proprio tempo, sia per il ruolo riconosciuto al compositore nel panorama musicale coevo, sia per i rimandi al repertorio operistico in voga nel Settecento. Allusioni che, onestamente, il pubblico oggi può apprezzare solo in parte, ma che condiscono un intreccio fondato sul "classico" incrocio di due coppie d'amanti, con il quinto personaggio a far da sponda ai giochi che si susseguono, fino al gaio finale in cui si ricompongono le coppie: in questo caso la bella e sempliciotta Livietta con l'altrettanto vacuo Don Calandrino, la più disincantata Irene con l'improbabile Monsieur Le Blonde, e il Sindaco Valerio a reggere il lumino. Muti valorizza le dinamiche della partitura evidenziandole con carattere e sensibilità, grazie ad una "Cherubini" sempre più matura e reattiva, facendo emergere momenti decisamente coinvolgenti – per esempio, nella sinfonia d'apertura e in certi passaggi orchestrali nella scena del duello – bilanciando qualche "da capo" forse di troppo. La regia di Cappuccio pesca nella tradizione della commedia dell'arte e del circo, caricando con colori variopinti e saltimbanchi una scena surreale ed essenziale. Una lettura ora divertente ora eccessivamente pittoresca, ma che è riuscita a "muovere" il palcoscenico dall'inizio alla fine. Tra i giovani cantanti sono emersi Laura Giordano (Livietta) per la linearità interpretativa, e Marco Vinco (Le Blonde) per il carattere vocale, ma tutti hanno dato prova di buon impegno e presenza scenica. Anche qui, successo calorosissimo dal pubblico.