Un Elisir che non incanta

spettacolo nel complesso mediocre ma dignitoso, con alterni risultati sul piano della resa musicale.

Recensione
classica
Teatro Filarmonico Verona
Gaetano Donizetti
18 Febbraio 2003
Ambiente agreste e in un tempo storico indefinito, quello nel quale si svolgono le vicende del sempliciotto Nemorino e della bella Adina, ambiente nel quale, tra mietitori, contadine, dottori ciarlatani, militari di eserciti senza bandiera e con missioni imprecisate, la "natura" fa capolino nel teatro dei personaggi convenzionali dell'opera comica, per colorare la vicenda di venature languide e sentimentali. Un ambiente, che nell'allestimento veronese, si presenta come una sorta di presepe di cartapesta, fatto di casette con portichetti, alberelli con tutta una sfilza di oggetti, sparsi e appesi: salumi, formaggi, fiaschi di vino e via discorrendo. Una cornice che, restando immutata per tutta la durata dell'opera, sinceramente ci pare banalizzi il senso della vicenda, rendendola piatta e convenzionale. Nonostante la regia di Riccardo Canessa sviluppi un lavoro di azione scenica vivace e a tratti spiritoso. Nel complesso questo Elisir del Filarmonico di Verona si caratterizza senza una convinta impronta, sia sul piano della regia sia della direzione musicale di Evelino Pidò. Una direzione che ha, a tratti, ben evidenziato e messo in rilievo un lavoro sull'orchestra piuttosto che con la compagnia di canto e con il coro. Orribile, per inciso, il suono amplificato di un fortepiano - tipo pianola Bontempi - che sovrasta troppo nei recitativi (una scelta filologica va fatta fino in fondo altrimenti se ne smarrisce il senso). Nel cast Valeria Esposito è un'Adina vivace e spigliata dotata vocalità capace di rare finezze - pregevoli momenti in "Prendi per me sei libero" - ma assai esile nel registro medio basso. Vittorio Grigolo in Nemorino sprigiona un timbro chiaro, con fluidità e con buoni accenti interpretativi anche se talvolta l'impeto e la forte spinta vocale compromettono la morbidezza delle curve melodiche. Disinvolta e agile la Giannetta di Loredana Bigli. Il Belcore di Bruno De Simone dopo un inizio incerto si irrobustisce si caratterizza in maniera convincente sia nella recitazione che nella condotta vocale. Alessandro Corbelli infine ha interpretato Dulcamara con consumata perizia, senso del teatro ed una verve che ha conferito una notevole vivacità a tutta l'azione scenica. Teatro con qualche posto vuoto, discreta l'accoglienza del pubblico.

Note: allestimento in coproduzione con il Nuovo Teatro Comunale di Bolzano

Interpreti: Valeria Esposito (Adina), Vittorio Grigolo (Nemorino), Bruno De Simone (Belcore), Alessandro Corbelli (Dulcamara)

Regia: Riccardo Canessa

Scene: Poppi Ranchetti

Costumi: Poppi Ranchetti

Orchestra: Orchestra dell'Arena di Verona

Direttore: Evelino Pidò

Coro: Coro dell'Arena di Verona

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