Allestimento nel complesso mediocre, buona dirazione d'orchestra, compagnia di canto dignitosa ma non esaltante, regia ostentatamente tradizionalista con uno spostamento temporale della vicenda nell'800.
Se l'impostazione registica e scenografica di questo Ballo in maschera si muove - quasi con un compiaciuto gusto "retro" - nel solco della tradizione, meno convenzionale è stata la scelta di ambientare le vicende del libretto di Somma, dall'America dei coloni inglesi del XVII secolo a quella dell'800: dove non si capisce bene quale ruolo possa avere, in tale contesto storico, un conte salutato come "figlio d'Inghilterra". Ma tant'è; è il teatro delle passioni forti ad interessare maggiormente il regista Beppe de Tommasi, per privilegiare una lettura in chiave del tutto romantica dell'opera verdiana, a scapito di una vivacità e di un'ironia che restano sullo sfondo e che non riescono ad emergere e a creare quei continui scarti fra tragedia e leggerezza che nel "Ballo" sono costantemente presenti. Le scene di massa sono infatti molto statiche, così come le figure di Samuel e Tom sono abbastanza incolori, oltre che deboli vocalmente. Una sorta di realismo pittorico caratterizza l'impronta delle scene di Raffaele Del Savio; efficaci e suggestivi in tal senso i quadri dell'abituro e dell'orrido campo, così come più convincente la resa registica nei momenti intimistici e di passione. La conduzione musicale da parte del bulgaro Julian Kovatchev è stata attenta ed energica nello stacco dei tempi così come nella tenuta dell'orchestra veronese e degli ensembles. Carlo Ventre ha interpretato un Riccardo energico e risoluto anche se non sono mancate asprezze e spigolosità vocali; l'Amelia di Daniela Longhi è stata generosa di accenti drammatici con qualche incertezza negli acuti. Nella parte di Renato Giovanni Meoni ha messo in luce un colore vocale di particolare morbidezza e duttilità, pregevole in "eri tu che macchiavi quell'anima". Efficace l'Ulrica di Tichina Vaughn, brillante e agile, sia vocalmente che nei movimenti scenici, Silvia Colombini nel ruolo di Oscar. Allestimento dignitoso nel quale tuttavia sono mancati verve e vivacità e che nel complesso non ha entusiasmato neanche il pubblico.
Interpreti: Carlo Ventre, Giovanni Meoni, Daniela Longhi, Tichina Vaughn, Silvia Colombini
Regia: Beppe de Tommasi
Scene: Raffaele Del Savio
Orchestra: Orchestra del Teatro Filarmonico di Verona
Direttore: Julian Kovatchev
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