Una passeggiata disintossicante

A Firenze American Paths, con Emanuele Arciuli, Cristina Zavalloni, Gabriele Pieranunzi e Shana Downes

Foto Barbara Rigon
Foto Barbara Rigon
Recensione
classica
Amici della Musica Firenze
28 Febbraio 2016
Gli Amici della Musica di Firenze, al Teatro della Pergola, all’interno della stagione concertistica, ci offrono una ghiotta, rara occasione di ascolto e riflessione su repertori “americani”, con materiali noti e meno noti che probabilmente ancora necessitano, per pregiudizi accademici eurocentrici, di una corretta collocazione nel Novecento musicale. [i]American Paths[/i], in compagnia di interpreti di assoluto valore, risulta quindi una sana passeggiata disintossicante, corroborata dalle convincenti e rischiose trascrizioni commissionate per canto, pianoforte, violino e violoncello. La serata si apre con una magia di Jimmy Rowles, “The Peacocks” – brano soave, mai romantico, che mette in risalto le sfumature interpretative della Zavalloni e il ruolo struggente del violoncello. Due classici di Gershwin – “I Got Rhythm” e “I Love You, Porgy” –, depurati da esotismi, pulsano di trama ritmica e forza narrativa. Vere perle i [i]Songs[/i] per canto e pianoforte di Charles Ives, in cui brevità, melodia e lentezza si trasfigurano in un ambiguo, inquieto intreccio, dove Arciuli mette in luce maestria, stile asciutto e tocco unico. Le sorprese maggiori vengono dai due brani per piano trio di Derek Bermel – “Death with Interruption” – e da “Regrets Only” di Michael Daugherty. Soprattutto il primo affascina per i rocamboleschi cambi di atmosfere, da panorami quieti a figurazioni drammatiche e astratte. La Zavalloni regala un breve intro scat su “I’m Old Fashioned” di Kern, e compare una superba lettura dell’ellingtoniano “Don’t Get around Much Anymore”, che la trascrizione trasporta da forma-canzone a classico tout court. Poi Duke, Strayhorn, Simon... Una bella carrellata di autori, per qualcuno ancora in attesa di una patente di credibilità che la storia, in realtà, gli ha rilasciato da tempo.

Interpreti: [i]American Paths[/i]: Emanuele Arciuli, pianoforte; Gabriele Pieranunzi, violino; Shana Downes, violoncello; Cristina Zavalloni, voce. Trascrizioni per canto, pianoforte, violino e violoncello di C. Arcelli, F. Antonioni e R. Andreoni.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

A Baden-Baden apertura in grande stile del Festival di Pasqua con l’opera di Richard Strauss con i Berliner Philharmoniker diretti da Kirill Petrenko

classica

Eseguita per la prima volta in Italia la Sinfonia dedicata a quei tragici giorni del 1944 dall’americano William Schuman

classica

 La prima esecuzione della composizione di Matteo D’Amico e Sandro Cappelletto scritta in ricordo dell’eccidio nazifascista di ottant’anni fa