Un sogno senza incanto

La nuova produzione di A Midsummer Night's Dream al Linbury Theatre offre una importante piattaforma ai giovani artisti del Jette Parker Programme, ma la lettura di Olivia Fuchs non riesce ad evocare la magia del sogno shakespeariano.

Recensione
classica
Royal Opera House (ROH) Londra
Benjamin Britten
25 Novembre 2005
Il mondo onirico, con le sue possibilità di liberazione e rivelazione del potenziale creativo dell'inconscio, è un tema ricorrente nei lavori di Benjamin Britten. Non solo il compositore aveva dichiarato di farvi grande affidamento per risolvere 'impasses' creativi, ma lo aveva anche esplorato in molti dei suoi lavori, come ad esempio il Nocturne per tenore e orchestra, e in maniera più drammatica nella sequenza del sogno in Death in Venice. Non sorprende dunque che per la nuova produzione di A Midsummer Night's Dream al Linbury Theatre, il palcoscenico minore del Covent Garden, Olivia Fuchs abbia deciso di porre l'accento sulla dimensione 'sogno', con la maggior parte dei protagonisti in pigiama che si fanno un sonnellino qua e là anche quando non richiesto dall'azione. La scenografia spoglia, dominata da luci al neon viola, è integrata da proiezioni di immagini archetipe o quasi: un serpente, un gufo, l'occhio onnipresente di Oberon, la bionda chioma fluente di Titania. Ma per quanto giustificata, questa interpretazione non riesce ad evocare quella che è la caratteristica peculiare della trasposizione britteniana e dell'originale Shakesperiano: il senso di mistero e di magia che separa la quotidianità della vita diurna dalla notte nella foresta incantata, di per sè un simbolo archetipo dalle mille sfaccettature, e che forse viene indebolito da un tentativo di analisi letterale. In quello che diviene un continuo senza contrasti neanche una delle più ricche e sofisticate partiture britteniane riesce a coinvolgere in maniera profonda. A Midsummer Night's Dream è un'opera corale, ma tra i protagonisti di questa produzione, per lo più membri presenti o passati del Jette Parker Young Artists Programme, emergono l'Oberon di William Towers ed il Bottom di Darren Jeffery; Jami Reid-Quarrell è un Puck acrobatico e circense, ed i giovani membri del Tiffin Boys' Choir sono a loro agio nei panni delle fate. Richard Hickox dirige la City of London Sinfonia, ospite al Covent Garden per questa produzione.

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