Un colore smorto

Giochi invernali ma anche Olimpiadi della Cultura a Torino. Regio e Torino Danza si ispirano alla saghe nordiche cantate da Snorri Strluson e affidano lo spettacolo a Giorgio Barberio Corsetti. Ma sotto un tendone da circo le abbaglianti vicende di dèi, nani, giganti e mostri si riducono a un raccontino sbiancato, e pure di vecchia concezione teatrale.

Recensione
Olimpiadi della Cultura Torino
Giorgio Barberio Corsetti, Fatou Traoré
16 Febbraio 2006
Torino 2006: la festa è qui, tra neve e ghiaccio. Naturale e bella l'idea di mettere in scena i miti del Nord cantati dall'islandese Snorri Storluson, vissuto fra XII e XIII secolo. All'Edda di Snorri nel corso dei secoli hanno attinto innumerevoli autori e con quali risultati, se si pensa a Wagner o a Tolkien per restare alla nostra epoca. Non è così per Il colore bianco, prodotto da Teatro Regio e Torino Danza per le Olimpiadi della Cultura, con Giorgio Barberio Corsetti regista, Fatou Traoré coreografa e collaboratori al testo Edoardo Albinati e Raquel Silva. Leggi il forbito programma di sala, apprendi che parola, musica, danza e acrobazia circense armoniosamente esalteranno le avventurose vicende degli dèi Asi, con Loki e Odino, Thor e il suo potente martello, la regina dei ghiacci, il mostruoso Serpente e il crollo del cielo e delle stelle nel Crepuscolo degli Dèi, e tutto ti attendi fuorché un'infantile, puntigliosa e anche lenta narrazione. Là dove si immaginano prodigi di scenotecnica, metafore scintillanti o quantomeno provocazioni sostenute da un forte pensiero, ecco i divini Asi prevedibilmente in giacca, cappotto e gonnelle moderne (abbiamo capito, quel mondo al limite è anche il nostro, gli dèi sono in declino, ma ci aveva già pensato Chéreau col Ring di Bayreuth 26 anni fa...), ecco le parole gridate e le corsette su e giù per il palco che tanto teatro ex d'avanguardia hanno caratterizzato, ecco canto e recitazione a dir poco bradi. Si salvano gli ottimi circensi, per il resto noia – segnale inconfutabile - che tanti spettatori ha fatto fuggire alla prima. Malinconico richiamo ai Giochi olimpici: alcuni attori muniti di sci (con una riuscita imitazione di Skiva dei Momix) e la neve – ebbene sì – con tanti bei fiocchetti che sembrava la Bohème, terzo atto.

Interpreti: allievi della Flic Scuola di Circo

Regia: Giorgio Barberio Corsetti

Scene: Giorgio Barberio Corsetti e Cristian Taraborrelli . Installazioni video di Fabio Massimo Iaquone

Costumi: Cristian Taraborrelli

Coreografo: Fatou Troré