Terzo tempo per Zorn e Caine
Il sassofonista e il pianista insieme per il concerto d'apertura di Vicenza Jazz 2009

Recensione
jazz
“An Evening with John Zorn” con ospite Uri Caine è un percorso in tre tempi che non trova unicità di lettura. Il set in solo del pianista americano sulle partiture di Zorn è un affresco chiaro-scuro. Per non rischiare di accademizzare il compositore Caine offre una interpretazione mossa, percussiva, lettura a tratti sontuosa, astratta, enciclopedica, espressiva nelle tracce della tradizione ebraica. Questa scelta garantisce un andamento concertistico notevole ma depurato dalle problematicità e inquietudini che caratterizzano la poetica di Zorn. Il quale si presenta in solo, con gli inseparabili pantaloni mimetici da guerrigliero del suono, e subito mette in chiaro le cose. Gorgoglii strozzati, slap, suoni multipli, armonici, respirazione circolare asfissiante. Il sax è sirena, frullatore, cornamusa, suono inudibile, provocazione schizofrenica che si muove in tutte le direzioni. Zorn è come sempre splendidamente insopportabile. Ti sbatte in faccia tutti suoi tic, una padronanza strumentale unica che espone spregiudicato ma contemporaneamente butta via come fardello inutile. Nel finale i due prosciugati dalle energie consumate nei soli, si adagiano un po’, riflettono, trovano spazi rassicuranti in ritmi e colori di suggestioni gitane o balcaniche con sprazzi improvvisativi distribuiti con maestria. Resta da definire una lettura di Zorn compositore. Concerto affascinante e problematico, coraggiosa apertura di un festival che prova a scavare nella contemporaneità.
Interpreti: John Zorn: sax alto; Uri Caine: pianoforte
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