Shakespeare per Wilson e Wainwright
Spoleto: I Sonetti nello spettacolo col Berliner Ensemble

Recensione
classica
Illusione, incertezza, dubbio, ambiguità sono i protagonisti. Si comincia col mettere in scena gli unici testi non teatrali del più grande drammaturgo di tutti i tempi. I suoi sonetti - venticinque su centocinquantaquattro - sono scelti tra quelli che più nascondono il loro senso dietro una serie di schermi, che in apparenza sono figure retoriche barocche ma significano che tutto è apparenza e inganno... "dormire, forse sognare". E chi è veramente l'autore di questi sonetti, chi il personaggio cui il poeta dà voce, quali l'identità del destinatario e il suo sesso? Tali doppiezza e inafferrabilità s'estendeno a tutti i parametri. I personaggi femminili sono interpretati da uomini e quelli maschili da donne... ma non sempre è così. I testi di Shakespeare sono recitati e/o cantati in traduzione tedesca e invece i testi scritti appositamente per lo spettacolo del Berliner Ensemble sono in inglese... ma non sempre è così. E la condizione umana che qui si rappresenta è sublime o ridicola, tragica o futile? Ed è teatro o balletto o opera ciò cui assistiamo?
Wilson, in stato di grazia, realizza uno spettacolo inconfondibilmente suo, e dei più belli; un ipercalibrato esercizio di perfezione stilistica, ma questa volta anche giocoso, con ammicchi alla commedia dell'arte, al kabaret e - perché no? - ai film di Tim Burton: algido ma teatrale all'ennesima potenza, intellettualistico ma emozionante e perfino viscerale. Rufus Wainwright ne crea il versante musicale, con una serie di pezzi ambigui e ingannevoli, di volta in volta barocchi, dodecafonici, rock, spagnoleggianti, espressionisti, punk, tzigani e soprattutto meravigliose e melanconiche ballad: sempre un prodigio di levità e fantasia. Il nome del Berliner Ensemble esime da pleonastici elogi agli attori.
Note: Produzione del Berliner Ensemble in esclusiva per l'Italia
Interpreti: C. Drechsler, A. Engelsmann, R. Gloss, A. Graenzer, U. Hopfner-Tabori, T. Hoess, I. Keller, S. Roher, D. Bucin, J. Holtz, C. Nell, S. Tambrea, G. Tsivanoglou, T. Dee, W. Groos
Regia: Robert Wilson
Scene: Robert Wilson e Serge von Arx
Costumi: Jacques Reynaud
Direttore: Hans-Jorn Brandenburg e Stefan Rager
Luci: Robert Wilson e Andreas Fuchs
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