Ritratto del pianista da giovane

Un festival per Lang Lang, che si rivela non solo virtuoso ma vero e completo musicista

Recensione
classica
Accademia Nazionale di Santa Cecilia
02 Giugno 2009
"Mai più!" avevo giurato dopo averlo ascoltato in Rachmaninoff e "Mai più!" dopo Ciaikovskij. Ma c'era qualcosa in quel giovanissimo cino-americano che mi suggeriva di tornare ad ascoltarlo... e ho fatto bene, perché Lang Lang non si è evoluto (quale potrebbe essere l'evoluzione d'una macchina per sparare note?) ma si è trasformato. Ovviamente ha sempre una tecnica fenomenale ma ora la usa per dosare al millesimo colori e dinamiche, raggiungendo un suono incredibilmente equilibrato, puro, nitido, delicato. A soli ventisette anni, quindi con ampi margini d'ulteriore maturazione, è già uno straordinario interprete, forse discontinuo ma sempre interessante e a tratti folgorante. Ha scelto d'iniziare il Lang Lang Fest sottovoce, suonando con le prime parti dell'orchestra di Santa Cecilia. Nella "Trota" di Schubert si è tenuto sullo sfondo, entrando nel gioco sempre con grande discrezione; ma era lui a dare luce e a indicare la strada ai suoi compagni un po' spaesati. Nel Trio di Ciaikovskij, destinato a tre solisti più che a un insieme da camera, trascinava gli altri due e li costringeva a dare tutto il possibile. Ma il meglio veniva il giorno dopo. Nella sublime Sonata D. 959 di Schubert erano da brivido il monologo spoglio, dolce e desolato dell'Andantino e l'allucinata violenza espressiva della parte centrale dello stesso movimento, come il volo di un uccello impazzito che sbatte contro le pareti d'una stanza. E mai si erano sentite così le pause che interrompono la musica (la vita?) nell'Allegretto. Erano due vertici di un'esecuzione di alta scuola e grande maturità, perfettamente equilibrata, attenta alla struttura tematica e armonica e senza arbitrii ritmici. Bene Bartok e Debussy, poi ricadeva nel vizietto della velocità nella Polacca "Eroica" di Chopin.

Note: martedì 2 giugno: Schubert, Quintetto in la maggiore "La trota"; Ciaikovskij: Trio in la minore op. 50 mercoledì 3 giugno: Schubert, Sonata in la maggiore D. 959; Bartok, Sonata; Debussy, 7 Préludes; Chopin, Polacca in la bemolle maggiore op. 53

Interpreti: Lang Lang, pf; Carlo Maria Parazzoli, vl; Raffaele Mallozzi, vla; Diego Romano, vc; Antonio Sciancalepore, cb

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione