Pipa, tecnica ed emozione
L'arte del liuto cinese al MAO di Torino con Ling Ling Yu

Recensione
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La sottile linea di confine che separa il virtuosismo fine a se stesso e l'emotività tradotta in musica talvolta si dissolve per merito di musicisti e di repertori senza dubbio speciali. Ling Ling Yu è una giovane maestra di pipa, liuto cinese a quattro corde nato due millenni or sono e di recente entrato di diritto nell'orchestra che accompagna l'Opera cinese. Dal vivo a Gong, nel contesto del neonato Museo dell'Arte Orientale, con un repertorio che spazia da melodie secolari a brani del Novecento, Ling Ling mette la propria tecnica al servizio della musicalità: il suo stile infatti è una personale rielaborazione delle varie scuole artistiche del pipa, numerosi sono stati i suoi maestri. Le quattro corde vengono pizzicate, talvolta percosse, in un fiume di legati, armonici e bending (la tastiera è scavata come per il tar o il sitar) rendendo le musiche ora puramente melodiche e ora potentemente armonizzate, ora modali e ora illuminate da squarci di tonalità. Veri e propri fuochi d'artificio di virtuosismo arrivano raramente - il penultimo brano eseguito, dedicato alla primavera che risorge dietro alle montagne, è uno di questi casi - ma i giochi nel fraseggio della Yu accompagnano le pentatoniche della modalità cinese fuori dal tempo, inteso tanto sul pentagramma quanto sul calendario. Gli applausi la sommergono ad ogni esecuzione, a cui dedica l'intero corpo nel rapimento della musica, e lei ringrazia in un delicato inglese coccolando il proprio strumento.
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